Tornano a risalire i casi, molti riguardano vacanzieri di rientro, ma c’è un altro dato che la task force pugliese sta analizzando con attenzione: da luglio al 20 agosto sono stati registrati 443 contagi e l’età media è di 38 anni, molto bassa rispetto ai 56 anni del periodo marzo-giugno.
Si spiega così il minor ricorso all’ospedalizzazione in Puglia come nel resto d’Italia. Questo non significa che il virus è mutato come qualcuno ha pure ipotizzato, semplicemente – in questa fase iniziale della possibile seconda ondata di contagi – la pandemia sta avendo una evoluzione diversa rispetto a quella conosciuta circa sei mesi fa. Colpendo, in questo momento, una popolazione più giovane si riduce anche il numero di ricoveri. Ma sarà fondamentale spegnere adesso i focolai per evitare che con la ripresa di settembre i giovani finiscano per contagiare adulti, anziani e soggetti più a rischio. Rispetto a marzo è mutata e migliorata anche la capacità delle Asl di svolgere attività di contact tracing (tracciamento dei contatti dei positivi): conoscendo meglio il virus e avendo più mezzi e personale a disposizione, si riesce a intervenire con maggiore rapidità ed efficacia. Ad esempio, è aumentato anche il numero di tamponi processati ogni giorno.