Stop da oggi al pesce fresco a tavola lungo l’Adriatico nel tratto di costa da San Benedetto e Termoli, dopo che la flotta aveva già interrotto le attività da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari. Lo fa sapere Coldiretti Impresapesca in base alla misura che vieta la pesca nel periodo estivo e autunnale, per ragioni di ecologia e per permettere una corretta riproduzione di pesci, molluschi e crostacei.
In base al calendario disposto dal mipaaf, il blocco delle attività durerà nel tratto tra il sud delle Marche, l’Abruzzo e il Molise fino al 15 settembre, ricorda la Coldiretti Impresapesca e, come lo scorso anno in aggiunta ai periodi di fermo fissati, i pescherecci dovranno effettuare ulteriori giorni di blocco tra 7 a 17 giorni a seconda della zona di pesca e del tipo di risorsa pescata. Il fermo scade quest’anno in un momento difficile per il settore duramente colpito dall’emergenza coronavirus, con danni da 500 milioni di euro stimati da Coldiretti Impresapesca; questo per effetto di produzione invenduta, crollo dei prezzi e deprezzamento delle specie ittiche a maggior pregio non richieste dalla ristorazione, ancora alla prese con una difficile ripartenza. Se il lockdown dei mesi scorsi ha già favorito il consumo di prodotto surgelato, che in 9 casi su 10 arriva dall’estero, il fermo aumenta ulteriormente il rischio di ritrovarsi prodotto straniero nel piatto per grigliate, zuppe e fritture; e questo, precisa la Coldiretti, soprattutto al ristorante dove il pescato viene servito già preparato, se non si tratta di quello fresco made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare.