Il teatro per la cura della persona. L’articolazione della pratica teatrale non più solo come momento di creazione di forme artistiche, ma come luogo di integrazione sociale e interculturale, luogo di inclusione di ogni forma di disabilità e diversità. Una pratica che non riguarda solo attori, ma anche educatori, operatori sociali, insegnanti, personale medico-sanitario e tutti coloro che intendono lavorare nel sociale attraverso le tecniche teatrali.
È il workshop “Stare” che Gabriele Vacis condurrà al Teatro Abeliano di Bari, dal 18 al 20 settembre, nell’ambito del progetto “Il teatro che ti cambia” sviluppato dalla Rete per un teatro di comunità costituita da Cooperativa Animalenta (capofila), Associazione culturale ombre, Associazione culturale Senza Piume e Cooperativa Sociale Crisi. Il progetto rientra nell’Avviso pubblico Periferie al centro, Intervento di inclusione culturale e sociale della Regione Puglia – Assessorato all’Industria Turistica e Culturale e Assessorato al Bilancio e programmazione unitaria, Politiche Giovanili, Sport per tutti coordinato da Teatro Pubblico Pugliese.
Solo 15 i posti a disposizione per partecipare al workshop con il regista e drammaturgo, direttore della scuola per attori dello Stabile di Torino e fondatore dell’Istituto di pratiche teatrali per la cura della persona. Iscrizioni fino al 10 settembre. A tutti gli iscritti sarà inoltre riservato un posto, ad ingresso gratuito, per la prima assoluta dello spettacolo “Zvi Zvi Rosa Luxemburg – Economista, Politica, Rivoluzionaria” il 20 settembre alle 20.30 sempre al Teatro Abeliano.
Le attività del progetto “Il teatro che ti cambia” ripartono dunque dopo la sospensione causata dalla pandemia globale. E decidono di farlo in presenza, dal vivo, nei teatri. “Abbiamo atteso, programmato e riprogrammato, per poterci rincontrare dal vivo, in sicurezza. Una scelta – spiega Ilaria Cangialosi, direttrice artistica del progetto – per sostenere le pratiche teatrali, lo spettacolo dal vivo e i teatri. Nonostante le difficoltà che tutti conosciamo, intendiamo dare un segnale positivo di continuità e di fiducia. E lo facciamo con un percorso di formazione eccezionale, condotto da un grande maestro del teatro, pioniere del teatro di comunità”.
Il Workshop Stare è di natura pratica, incentrato sull’importanza del teatro inclusivo come opportunità di integrazione, condivisione e coesione. Si sperimenterà il metodo sviluppato dallo stesso Gabriele Vacis che si fonda sulla consapevolezza e attenzione: Awareness. Fino ad arrivare all’obiettivo finale, ovvero la capacità di Stare, di abitare consapevolmente il proprio tempo e il proprio spazio, in autonomia e in relazione agli altri.
Gabriele Vacis. Regista e drammaturgo poliedrico, saggista, sceneggiatore, docente universitario. Protagonista della stagione di rinnovamento teatrale degli anni ‘80. Singolare e interessante, la sua attenzione agli spazi della rappresentazione, nelle periferie più degradate, in cui nascono allestimenti coinvolgenti. È noto al grande pubblico per l’elaborazione con Marco Paolini del “Racconto del Vajont”. Ha diretto numerosissimi allestimenti teatrali e operistici. Oggi, oltre a lavorare con lo Stabile di Torino, dove dirige la scuola di recitazione, è fondatore dell’Istituto di Pratiche Teatrali per la cura della persona nato per cercare di comprendere e mettere in atto l’articolazione della pratica teatrale, non più solo come momento di creazione di forme artistiche, ma come luogo di integrazione sociale interculturale, di inclusione di ogni forma di disabilità e diversità.
Le attività de “Il teatro che ti cambia” sono state ideate per valorizzare i luoghi in cui il teatro e le attività culturali faticano ad arrivare. Il progetto mira a fondare le basi per un modello di teatro di comunità già sviluppato in altre regioni con l’auspicio che possa radicarsi in Puglia come realtà di formazione ed erogazione di servizi socio-educativi. Il programma completo, avviato a fine 2019, include laboratori, workshop e rappresentazioni teatrali fra Bari (quartiere Japigia), Turi e Acquaviva delle Fonti. Fra i lavori già portati a termine IntrAmurArt, il progetto di residenza artistica all’interno della Casa di Reclusione di Turi.