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Xylella, la Cgil accusa: “Aiuti a imprese, ma i lavoratori sono dimenticati”

Pubblicato da: redazione | Gio, 13 Agosto 2020 - 20:15
foto ANSA

«Registriamo ancora un annuncio e buone intenzioni ma l’olivicoltura salentina praticamente non esiste: in ordine cronologico, si tratta dell’ultimo decreto finalizzato al ristoro di olivicoltori ed imprese. Tanti soldi a disposizione che, di questi tempi, sono certamente indispensabili per velocizzare il Piano di rigenerazione olivicola della Puglia».

Lo afferma Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Puglia, sottolineando che «è stato sottoscritto nei giorni scorsi presso il Ministero delle Politiche Agricole il decreto che rende immediatamente trasferibili alla Regione Puglia 68 milioni di euro per aiutare gli agricoltori pugliesi che hanno subito danni per la Xylella nella campagna olivicola 2016-2017». «È proprio questo il punto -precisa Gagliardi- mentre si elargiscono indennità agli agricoltori e imprese, sicuramente necessarie, per i danni subiti dalla peste degli ulivi, in attesa di vedere i programmi ed assistere al piano di rilancio del settore che mette a disposizione 300 milioni di euro per il biennio 2020-2021 per il ripristino della potenzialità produttiva e il rilancio dell’economia rurale danneggiata, a nessuno viene in mente che alcune migliaia di lavoratori del settore sono praticamente in ginocchio a causa di impedimenti normativi che non riconoscono il sostegno dei loro redditi in quanto la pestilenza da Xylella non è classificabile nel novero delle calamità naturali».

La Flai Puglia aggiunge «che tra il 2017 e il 2019 nella nostra regione gli operai agricoli iscritti negli elenchi anagrafici dell’Inps sono diminuiti di 12.850 unità, molte delle quali sicuramente impiegate nel settore dell’olivicoltura tra diretto e indotto, come i frantoi». «Basti pensare – conclude che nelle sole province di Lecce e Brindisi nell’annata 2018-2019 si è avuta una ulteriore riduzione del 20% degli addetti e un calo di ore lavorate nel settore agricolo pari a 223.036 (il 66% del totale regionale) delle 336.574 perse»

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