“Sembrava una sfida impossibile ma ci siamo riusciti”. Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, commenta l’inaugurazione della nuova piazza Redentore, nel quartiere Libertà, al termine del cantiere che l’ha trasformata in un nuovo spazio pedonale a disposizione dei cittadini interessando anche tratti stradali di via Crisanzio e via Martiri d’Otranto.
Le aree in corrispondenza della scuola San Giovanni Bosco e dell’Istituto Salesiano Redentore, un tempo aperte al traffico veicolare, sono state chiuse al traffico e interamente riqualificate configurando una grande piazza di quartiere a forma di L di circa 5.000 metri quadri. Aperta ai bimbi anche un’area giochi da circa 500 mq con pavimentata in gomma antitrauma, intorno sono state posizionate 30 panchine lineari monolitiche in conglomerato bianco, 8 cestini portarifiuti per la raccolta differenziata, 3 portabici ad arco in acciaio inox, mappe tattili per non vedenti. Sono stati installati 37 nuovi corpi illuminanti a led ad alto risparmio energetico e 11 postazioni della rete di videosorveglianza pubblica.
La sfida per l’amministrazione comunale e le forze dell’ordine sarà il monitoraggio di piazza Redentore, che già negli scorsi giorni ha visto gruppi di ragazzi che scorrazzavano su monopattini elettrici e scooter. A cui si aggiungono l’abbandono di rifiuti sulle panchine e gli assembramenti fino a tarda notte.
“Sembrava impossibile togliere le automobili – aggiunge Decaro – tra oratorio Redentore e scuola è giusto destinarlo alle famiglie e ai bambini per vivere gli spazi pubblici”. Poi un cenno al tema della criminalità organizzata, e al controllo del territorio: “Noi – continua Decaro – come abbiamo fatto più volte, al comitato per l’ordine pubblico abbiamo segnalato le zone che necessitano di maggior controllo, questa è una delle piazze più attenzionate città. Da diverso tempo c’è un presidio a rotazione delle forze dell’ordine tra il Redentore e il giardino Mimmo Bucci”. Decine di cittadini però, intervenuti alla inaugurazione di stamattina, hanno segnalato a più riprese l’assenza di monitoraggio: “Avvengono risse alle 5 di mattina, e se chiamiamo la polizia gli esponenti del clan ci chiedono nome e cognome”, spiega un residente.