Molti edifici scolastici italiani hanno almeno 100 anni di vita, in particolare in Liguria (20%) e Piemonte (16%). In Puglia, Molise, Calabria e Sardegna, circa la metà del patrimonio di edilizia scolastica è stato costruito dopo il 1976. La regione con minor presenza di edifici costruiti dopo il ’76 è la Liguria (23%). È quanto emerge dal report dell’ «Osservatorio Povertà educativa minorile #conibambini» che, insieme ad Openpolis, indaga sullo stato dell’edilizia scolastica in vista del rientro degli studenti nelle scuole a settembre poiché le regole di distanziamento fisico imposte dall’emergenza Coronavirus obbligano ad un diverso utilizzo degli spazi scolastici.
Secondo l’indagine, inoltre, 1 edificio su 4 non è stato costruito per essere una scuola, ma riadattato successivamente, soprattutto in Campania, Emilia-Romagna, Umbria, Calabria, Lazio, Ligura e Puglia. «Siamo davanti a una emergenza, ma anche a una grande opportunità: ripensare lo sviluppo del paese mettendo realmente al centro i minori e promuovendo comunità educanti – commenta Carlo Borgomeo, presidente di Con i Bambini – .La scuola è un fattore centrale in questo processo, anche se non l’unico. Abbiamo una edilizia scolastica vecchia, come anno di costruzione, ma non è da meno il modello educativo per il quale sono stati progettati gli edifici o, peggio, sono stati riconvertiti. Penso invece al Centro educativo di Mirto a Partinico, voluto da Danilo Dolci e ideato con gli stessi ragazzi e abitanti a metà anni ’70, con aule e spazi a misura di bambino e pensati per una didattica innovativa. Dopo 45 anni, però, quell’approccio è considerato ancora ‘nuovò e non è diventato esperienza diffusa nel paese» La presenza di complessi storici o comunque edifici vetusti, varia da una regione all’altra. Se si prendono in considerazione edifici che hanno almeno 100 anni, in Liguria circa il 20% del patrimonio edilizio scolastico è stato costruito prima del 1920, in Piemonte il 16% e attorno al 10% in Lombardia, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia.
Le regioni dove incide maggiormente la presenza di edilizia scolastica post 1976 sono Puglia, Molise, Calabria e Sardegna. In questi territori circa la metà del patrimonio di edilizia scolastica è stato costruito negli ultimi 45 anni. Le regioni con minor presenza di edifici costruiti dopo il ’76 sono Liguria (23%), Veneto (20%) e Piemonte (7%). Nel caso di Piemonte e Veneto però incide anche l’alta quota di edifici per cui questa informazione non è disponibile: 36% in Veneto, 58% in Piemonte. La quota di edifici costruiti dopo il 1976 è più bassa soprattutto nelle città principali, dove i servizi scolastici si sono sviluppati storicamente prima. Altro aspetto, secondo i dati elaborato da Con i Bambini e Openpolis, circa il 77% degli edifici scolastici è stato costruito già con questa funzione, mentre quasi un edificio su 4 (23%) è stato riadattato solo inseguito per un uso scolastico. Anche in questo caso le percentuali variano molto da regione a regione. Si trovano infatti al di sotto della media nazionale Campania (61% di edifici costruiti appositamente per uso scolastico), Emilia-Romagna (69%), Umbria e Calabria (70%), Lazio (73%), Liguria e Puglia (75%). Oltre l’85% degli edifici era concepito per un uso scolastico già al momento della costruzione in Abruzzo, Sardegna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Molise.