La Puglia delle contraddizioni. In ospedale ci sono ancora le restrizioni per assistere i parenti malati ma in discoteca o nelle spiagge pubbliche il distanziamento non viene mai fatto rispettare. Riportiamo solo alcuni dei racconti di pazienti o parenti di pazienti che si sono ritrovati senza assistenza a Bari e in Puglia. “Un nostro zio – riceviamo una segnalazione – era ricoverato ed è rimasto tre giorni senza che nessuno andasse a lavarlo, con lo stesso pigiama. La moglie poi è riuscita ad entrare dopo appunto tre giorni e a lavarlo. Ognuno di noi ha diritto di avere accanto un parente quando è in ospedale, a cominciare dalle neomamme – continua la segnalazione – che si ritrovano da mesi sole a partorire”.
E proprio su questo abbiamo ricevuto una seconda segnalazione: “Io non posso e non voglio dimenticare lo schifo che stiamo vivendo, l’assistenza è un diritto della persona. Se non si è in grado di garantirla internamente bisognerebbe consentirla dall’esterno – si legge in una denuncia – Sono rimasta sette ore dopo il parto senza essere lavata e senza vedere mio figlio, mi sono lavata da sola, l’ho portato da sola in reparto perché “tanto puoi camminare”. Ho vissuto due giorni nella sporcizia estrema, l’assistenza ce la davamo tra noi”.
Eppure siamo nella Puglia delle contraddizioni. Nella regione dove si è dato il via libera alle aperture dei locali all’esterno, con assembramenti persino denunciati dal Codacons, o dove in spiaggia il distanziamento è inesistente (nella foto una spiaggia pubblica a San Pietro in Bevagna). Tanti sono gli appelli alle istituzioni, affinché venga garantita una migliore assistenza negli ospedali di Bari e della Puglia: il coronavirus non va mai sottovalutato, ma questo non deve valere solo nei reparti di ospedale. Deve valere in tutti i settori.