In Puglia più di 480 mila persone soffrono di emicrania. Sono poco più di 12.000, invece, quelli che hanno una emicrania cronica. E’ questa la fotografia al 2019 dei pazienti pugliesi di emicrania che è stata evidenziata a Bari nel corso dell’incontro sulla cura, sulla prevenzione e sulla presa in carico dei pazienti dal titolo «Il management del paziente con emicrania: patient journey e metodiche di approccio» (foto Alice.tv).
L’incontro ha avuto la direzione scientifica della direttrice del Dipartimento di Scienze mediche di base, Neuroscienze e Organi di Senso dell’Università degli Studi di Bari, Maria Trojano. «Stiamo parlando di una patologia invalidante – spiega Trojano- con un forte impatto sociale in termini di qualità di vita, depressione associata, scarsa qualità del sonno, perdita di giornate di lavoro». Per la docente, «l’attenzione nei confronti del tema è molto alta e ora il momento è favorevole: l’Aress (l’Agenzia regionale strategica per la salute e il sociale) sta lavorando alla costituzione di una rete ospedaliera e territoriale, alla definizione di percorsi diagnostico-terapeutici dedicati e a breve avremo a disposizione farmaci che ci permettono di fare prevenzione e di intervenire, per i soggetti selezionati sulla base delle caratteristiche della patologia, proprio sulla possibilità di migliorare la qualità di vita». Secondo Giovanni Gorgoni, direttore di Aress Puglia, «per la grande quantità di cittadini coinvolti, per la capacità della nostra regione di essere polo di attrazione, per la complessità dell’approccio multidisciplinare richiesto è quanto mai necessario disegnare percorsi aderenti alle realtà delle esigenze del paziente».
In Europa è stato calcolato che l’emicrania costa 111 miliardi all’anno tra costi diretti, indiretti e intangibili. «Ma l’introduzione di nuovi farmaci ha mostrato una riduzione dei costi – ha detto Mauro De Rosa, del Dipartimento del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale – Il numero di giorni al mese con sintomi di emicrania recuperati con l’utilizzo di Galcanezumab, presenti in alcuni studi, permette di evidenziare come, considerando anche i costi sociali, l’introduzione di Galcanezumab nel mercato di riferimento genera, nel corso degli anni, una riduzione dei costi rispetto ad uno scenario senza».
(foto Alice.tv)