“Io medico giuro: di curare tutti, senza discriminazione; che avrò cura di te, in ogni emergenza; che ti curerò senza arrendermi mai”. Più di una promessa, ispirata ai valori del Giuramento e del codice deontologico. È la nuova campagna messa in campo dalla Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, al via da oggi sui social network e tramite l’affissione di manifesti nelle strade delle principali città italiane. L’iniziativa è nata dalla volontà di rendere omaggio ai medici che in questi mesi di emergenza sanitaria sono stati e sono tutt’ora impegnati in prima linea nella lotta al Covid-19 e di sottolineare la necessità di operare la professione nella democrazia del bene.
La campagna mostra i volti stanchi dei medici, segnati dalle mascherine e dagli occhiali indossati durante turni massacranti, ma anche le loro figure coperte dalle visiere e dalle tute integrali che proteggono dal rischio biologico ma permettono a stento di riconoscersi, tanto da dover scrivere sulla schiena il proprio nome. Le immagini richiamano alla mente le scene drammatiche divenute comuni negli scorsi mesi della fatica instancabile dei tanti medici che hanno svolto il proprio lavoro con dedizione e generosità, spesso senza adeguate protezioni e che non hanno conquistato la ribalta delle cronache.
“La campagna è dedicata a tutti noi medici, ai valori che abbiamo testimoniato e che rappresentano il meglio del nostro Paese, oltre che della Professione e di un servizio sanitario equo, egualitario e solidale – spiega il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – Ci hanno chiamati angeli, ci hanno chiamati eroi. La parola che meglio e pienamente ci definisce è, semplicemente, medici: perché il medico giura di tener fede ai valori che informano la professione e non viene mai meno a questo giuramento, nelle emergenze come nella quotidianità, anche a costo della propria vita”.
Anelli ricorda che, nell’atto del giuramento, il medico si dichiara “consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compie e dell’impegno che assume e, da allora, tutta la sua vita sarà volta a tener fede a quell’impegno, realizzando, nell’alleanza terapeutica, il bene dei pazienti, e garantendo, nella società, i diritti fondamentali della salute e dell’uguaglianza, alla base della nostra democrazia. È così che il medico si fa garante e fautore della ‘democrazia del bene’, rendendo gli uomini uguali di fronte ai diritti che spettano loro in quanto persone. Il patrimonio di valori testimoniato dai professionisti della salute rimarrà qui, rimarrà nostro, anche quando l’epidemia sarà finita – conclude Anelli – E dovrà rimanerne anche la memoria. Da questo bisogna partire per ripensare nostro sistema sanitario e il nostro ruolo di medici”.