Il Tribunale di Bari ha condannato sei imputati, tra i quali il boss Giuseppe Mercante, soprannominato «Pinuccio il drogato», a pene comprese tra i 26 anni e 8 mesi di reclusione e i due anni per i reati, a vario titolo contestati, di traffico e spaccio di droga, tentato, omicidio, armi e furto.
La condanna più alta è stata inflitta nei confronti del boss Mercante, accusato di essere al vertice di una organizzazione criminale, con il ruolo anche di finanziatore, specializzata in traffico e spaccio di eroina, cocaina, marijuana e hashish nei quartieri Libertà e Japigia di Bari. Uno dei fornitori del gruppo era il pregiudicato Antonio Caizzi, condannato alla pena di 6 anni di reclusione. Condanne tra 8 anni e 2 anni per due spacciatori accusati di rifornirsi di droga dal clan e per un ladro di motorini e borse. Nel processo era contestato anche un duplice tentato omicidio con aggravante mafiosa ai danni di due affiliati ai Mercante, contestato a Christian Cucumazzo, affiliato al clan Strisciuglio, in quel periodo (2013-2014) in conflitto con i Mercante per il controllo dei traffici illeciti nel rione Libertà. Cucumazzo è stato condannato alla pena di 11 anni e 8 mesi di reclusione.
Il Tribunale ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura per valutare le presunte false dichiarazioni di un testimone. Altre 36 persone dei due gruppi criminali baresi erano già state condannate con il rito abbreviato per traffico di droga, estorsioni ai commercianti, furti di moto e auto parcheggiate anche all’interno della Fiera del Levante e del Policlinico di Bari per poi chiedere centinaia di euro per la restituzione dei mezzi. Agli atti c’è anche l’episodio di un medico del Policlinico che chiamò il boss Mercante per riottenere i due motorini che gli erano stati rubati.