La polizia locale di Bari ha eseguito l’operazione “Vintage” per contrastare i reati ambientali del territorio e in ambito urbanistico-edili. Sono state denunciate 2 persone, in concorso tra loro, per vari reati ambientali perché – seppure riconducibili al ruolo di responsabili di due diverse aziende aventi come oggetto sociale la compravendita di oggetti usati, servizi di trasloco e facchinaggio – senza alcuna iscrizione all’Albo Gestori Ambientali, svolgevano attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
Depositando in modo incontrollato rifiuti urbani, rifiuti speciali pericolosi (e non) derivanti per lo più da attività non regolamentate e impropriamente note come “svuota cantine”, oltre a realizzare vere e proprie discariche abusive; contestate anche violazioni al Testo Unico Edilizia per violazioni degli artt. 31 e 44 lett. b) del D.P.R. 380/2001 perché è stata accertata la realizzazione di 20 manufatti (box) in muratura ed in legno in assenza di titolo autorizzatorio ed adibiti a deposito di oggetti in disuso.
Identificate una decina di persone che a vario titolo erano presenti nell’area per le quali sono in corso le attività di verifica in ordine alla regolarità del rapporto di lavoro, alla regolarità contributiva e al rispetto delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro. Al vaglio sotto il profilo tributario e amministrativo le locazioni di alcune volumetrie interne ai siti ispezionati concesse senza alcun contratto regolare tra le parti.
Le indagini della Polizia Locale di Bari sono partite qualche giorno prima la data dell’intervento con attività di appostamento, pedinamento ed osservazione di veicoli e persone su alcuni siti aziendali in disuso della zona industriale di Bari all’interno delle quali si rilevavano movimenti di veicoli che vi accedevano, svuotavano il contenuto costituito da masserizie e mobilio mentre poi parte del materiale veniva riversato in un macchinario – tipo frantoio macinatutto – con visibili numerosi cumuli di truciolame disseminati nelle aree aperte.
Tre le aree interessate dai controlli: su via Bruno Buozzi, via Accolti Gil zona industriale di Bari e nella zona industriale in agro di Modugno ove sono state rinvenute accatastate tonnellate di rifiuti urbani, speciali, pericolosi e non (tini contenenti rifiuti speciali non pericolosi rivenienti da demolizione, grosse cataste di pannelli in legno e coibentati rivenienti dallo smontaggio dei mobili e da lavori di demolizione, cumuli di rifiuti speciali non pericolosi rivenienti da attività di carrozzeria, cumuli di scarti di giardinaggio, numerosi frigoriferi disassemblati e privi dei loro componenti, cesti contenenti parti meccaniche di motori di veicoli, pneumatici usati, RAEE in disuso costituiti da televisori, lavatrici, componenti elettrici ed elettronici ed rifiuti costituito da materiale ferroso, bidoni contenenti residui di olio e di vernice, oltre a numerosi imballaggi e mobili in disuso, balle di lana ed altro materiale tessile, bombole di propano liquido ed ossigeno, pellicole di film, presenti altresì circa trenta bidoncini contenenti residui di ipocloruro di sodio, decine di materassi in disuso).
Considerato che la gran parte di tale materiale non più utilizzabile é qualificato come rifiuto che, una volta raccolto, viene trasportato e depositato in un luogo diverso da quello di produzione, per poi essere disassemblato e smaltito illecitamente, senza osservare la specifica filiera prevista dalla normativa ambientale, quanto accertato costituisce reato.
Le diverse aree aziendali poste sotto sequestro giudiziario ricoprono complessivamente una superficie di circa 20.000 metri quadrati, compreso l’intero compendio immobiliare della zona industriale in agro di Modugno; nominati custodi giudiziari i soggetti che ricoprono il ruolo di curatori fallimentari delle aziende interessate dalle attività illecite.
Contestate anche violazioni amministrative agli artt. 193 -258 C.5 e artt. 190 comma 1 e 258 comma 3 del d.lgs. 152/06 perché nelle attività svolte, i soggetti alla guida dei veicoli sorpresi all’interno delle aree risultavano altresì sforniti di formulari di identificazione dei rifiuti presenti e trasportati sui mezzi (F.I.R.) oltre a non detenere il prescritto registro di carico e scarico dei rifiuti presenti in azienda.
All’interno della sede aziendale di via B. Buozzi si accertava sussistere una vera e propria organizzazione abusiva sottesa a svolgere quotidianamente un vero e proprio mercato di oggetti usati pur in assenza di licenza per l’esercizio dell’attività di agenzia d’affari . Nessuna documentazione inerente lo smaltimento regolare dei rifiuti è stata esibita o recuperata.
L’ipotesi al vaglio degli investigatori e dell’Autorità Giudiziaria è che la complessa organizzazione aziendale illecitamente intrapresa dagli indagati, proprio per la mancata tracciabilità della fase finale che riguarda lo smaltimento dei rifiuti prodotti, possa essere ricondotta e collegata al triste fenomeno dell’abbandono nelle campagne degli stessi con successiva combustione illecita dei rifiuti al fine di cancellare le tracce della loro provenienza. Indagini sono ancora in corso al fine di ricostruire ruolo e identità di tutti i protagonisti della filiera illecita di trattamento e smaltimento dei rifiuti.
L’operazione ha visto impegnati 25 veicoli di servizio, 46 operatori della polizia locale di Bari coordinati da 4 ufficiali dei nuclei specialistici di polizia giudiziaria e di polizia amministrativa, 3 operatori coordinati da un funzionario del nucleo di polizia edilizia del Comune di Bari; hanno partecipato alle attività in territorio comunale anche 4 militari dei carabinieri forestali.