È scattata nella notte ad Andria e Taranto, l’esecuzione di 4 ordinanze di custodia cautelare (di cui 2 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari a seguito delle risultanze investigative sviluppate dai Carabinieri della Compagnia di Andria e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari nel corso delle indagini relative agli efferati omicidi della scorsa estate di Vito GRINER e Vito Capogna.
I destinatari delle misure, Capogna Cristina cl. 89, Salamini Giulio cl.79, D’AVANZO Vito Davide cl.89 e Santovito Nicola cl.93, sono tutti ritenuti colpevoli, in concorso tra loro, di aver detenuto armi anche da guerra, che avrebbero dovuto essere utilizzate in un futuro progetto armato di vendetta.
L’operazione segue il filo dei precedenti arresti operati a carico dei fratelli Capogna Pietro e Valerio il 16.02.2020 che, dopo l’uccisione del padre Vito, si stavano organizzando per una nuova azione di fuoco. In particolare le attività tecniche dei militari hanno evidenziato l’escalation di progetti prodromici alla vendetta che l’intero nucleo familiare stava elaborando e che neanche l’arresto dei due aveva bloccato.
Le evidenze emerse pongono infatti in risalto la figura di Cristina Capogna che assume le redini della situazione familiare, forte anche della sua apparente estraneità a tutti i fatti occorsi ai fratelli Pietro e Valerio, proponendosi di “sistemare” personalmente la faccenda con un’azione di fuoco contro i cosiddetti anziani dai capelli bianchi, che nulla avevano fatto per bilanciare l’uccisione di Vito Capogna, suggerendo addirittura le modalità di attuazione.
E’ in questa sfera che si inseriscono le altre figure di Salamini, D’avanzo e Santovito. Il primo reclutato direttamente da Capogna Pietro in qualità di killer ma mai intervenuto grazie a numerose azioni interdittive dei militari, il secondo ed il terzo pedine di supporto al progetto criminoso che fornivano copertura armata alla “famiglia” in città.