Quattro/cinque ospedali Covid da 100-120 posti letto, di cui il 20% riservato alle terapie intensive; raddoppio del numero di postazione nelle rianimazioni; riduzione della mobilità passiva che, nel 2019, è costata circa 15 milioni al mese, 194 milioni in un anno.
Sono le principali novità contenute nel nuovo piano di riordino ospedaliero post Covid che la Regione Puglia si appresta a licenziare: entro il 19 giugno, infatti, deve essere trasmesso al ministero della Salute. L’obiettivo è quello di prevedere una rete di ospedali esclusivamente Covid – o comunque, guardando al futuro, riservata alla gestione delle epidemie – formata da 4 o 5 strutture, lasciando che i grandi ospedali come il Policlinico di Bari o Vito Fazzi di Lecce possano continuare con la loro ordinaria attività anche durante una eventuale nuova ondata di contagi. Ogni struttura dovrà poter contare su almeno da 100-120 posti letto, di cui il 20% riservati a posti di terapia intensiva e sub intensiva, e il resto da dedicare a malattie infettive e pneumologia. Quindi, in totale, circa 600 posti letto, si passerà dagli attuali 11.500 circa a oltre 12mila. Quindi, ricapitolando, al di là degli ospedali Covid – resteranno attivi 346 posti letto nelle terapie intensive, a febbraio erano la metà (173 circa); 564 nelle pneumologie e 701 nelle malattie infettive. Cosi, come non verranno cancellati i posti letto post acuzie, recuperati “riaprendo” gli ospedali riconvertiti, cioè quelli riservati ai pazienti Covid guariti ma non ancora “negativizzati”: sono 130 di lungodegenza e 306 di riabilitazione.
La Regione, infine, anche al recupero della mobilità passiva extra regionale che ammonta a circa 320 milioni di euro, a fronte di una mobilità attiva di 126 milioni. Esiste ancora uno sbilanciamento netto di 194 milioni di euro, circa 15 milioni di euro al mese.