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Bari, patto tra Università e negozianti: “Via le auto dal Murattiano, sarà un centro commerciale all’aperto”

Pubblicato da: redazione | Ven, 5 Giugno 2020 - 12:15
murattiano murat via sparano

Rottura, o come dicono dalle parti della Silicon Valley “disruption”. È quanto è accaduto con la pandemia da coronavirus che anche nel capoluogo pugliese ha provocato gravi conseguenze e economiche a causa del lockdown. Superata l’emergenza sanitaria, dal quartiere Murat si guarda al futuro con il patto firmato tra Stefano Bronzini, Rettore Università degli Studi Bari, Benny Campobasso, presidente Confesercenti Puglia e
Franco Neglia, presidente associazione Murattiano.

Il quadrilatero a forma ortogonale del quartiere murattiano  – si legge ne documento – nel cuore di Bari è un luogo esemplare e rappresenta una opportunità. La contemporanea presenza di un vero e proprio campus con migliaia di studenti e docenti, di centinaia di attività commerciali di vicinato, di attività e funzioni pubbliche, ne fanno una sintesi di grande interesse. Ma un rinascimento economico, sociale e culturale richiede un disegno forte: noi proponiamo la progressiva pedonalizzazione dell’intero quadrilatero, un unicum fatto di incroci (piazze) e quinte naturali.

Il commercio è asse portante della economia della nostra città: pensare di bypassare le attuali difficoltà solo con sostegni economici o agevolazioni fiscali è pura illusione; anche in questo caso serve un progetto forte: noi proponiamo l’istituzione di un centro commerciale a cielo aperto, un consorzio che recuperi il colpevole mancato utilizzo da parte del Comune di Bari dei fondi per la costituzione di Distretti Urbani del Commercio e faccia leva sulla rinnovata consapevolezza dell’importanza dei negozi di vicinato, delle botteghe, delle piccole librerie, delle eccellenze alimentari, dei luoghi di aggregazione e dibattito.

Un tessuto pulsante che si rianima e che offre opportunità anche a chi non può permettersi grossi investimenti. Che sia, in definitiva, anche un centro di idee e di innovazione. Si tratta di processi che vanno alimentati con ricadute che sono già risultate evidenti in termini di turismo e di visibilità nazionale ed internazionale. Dunque, economia, cultura, formazione che dispiegano connessioni urbanistiche che contribuiscono dal centro a rivitalizzare anche le “periferie interne” della città. E’ la nostra idea e il nostro contributo per la complessa fase post-pandemia. Chiediamo coraggio e pensieri forti, noi ci siamo.

 

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