L’Hackathon Copernicus di Sprint Lab 2020 è realizzato in sinergia con Planetek Italia e con il finanziamento e il coordinamento della Commissione Europea. Dal 5 al 7 giugno donne e uomini innovatori cercheranno soluzioni alle sfide lanciate sfruttando i dati del programma europeo. Si creano nuove opportunità nel settore della space economy, con un’attenzione alla diversità e inclusione.
La Commissione Europea lancia una sfida sul Covid-19 per gli Hackathon Copernicus del 2020. Sprint Lab 2020 e Planetek Italia dalla Puglia organizzano il primo Hackathon Copernicus italiano online e chiamano a raccolta esperti ed esperte di informatica dal 5 al 7 giugno per trovare soluzioni in materia di reti idriche, acquacultura, pandemia e contagi. Uomini e donne, da ogni parte del mondo, s’incontreranno su una piattaforma che consente un’immersione virtuale, con tanto di lavagne interattive e stanze relax per agevolare il networking. Si tratta della prima edizione italiana di Hackathon Copernicus online.
Sviluppatori, grafici, designer di interfacce web e app, donne e uomini innovatori e appassionati di dati si metteranno alla prova creando soluzioni innovative utilizzando i dati satellitari messi a disposizione da Copernicus (il programma della Commissione europea che raccoglie immagini satellitari da diverse fonti e le organizza in open data gratuiti). Due gli obiettivi: da una parte dar vita a progetti che possano essere utili per risolvere i problemi legati al tema dell’acqua e combattere la pandemia, dall’altro generare opportunità di business per superare anche la crisi economica. Il team vincitore si aggiudicherà un premio di 2mila euro, l’accesso al Copernicus Accelerator, il programma di coaching che per un anno accompagna le start-up innovative che vogliono fare business con i dati e servizi di Copernicus e la partecipazione al Consulting Program di The Hub Bari.
Un appuntamento importante tracciato da un percorso partito ad aprile con i webinar gratuiti di “Business in orbita”, ideati da Sprint e Planetek e dedicati alle diverse opportunità di business riguardo la Space Economy.
“Attraverso il satellite – spiega Massimo Zotti di Planetek – si vedono un sacco di conseguenze importanti sulle città, sul territorio e sull’ambiente. Alcune cose sono inquietanti. Altre sorprendenti. Per esempio si può monitorare la relazione tra inquinamento dell’aria e diffusione del virus nelle nostre città, o ancora la relazione tra i tassi di mortalità da Covid-19 nel mondo e i dati di temperatura e umidità diffusi dal servizio per il controllo del Cambiamento Climatico di Copernicus”.
Uno degli obiettivi primari dell’Hackathon, dunque, sarà utilizzare questi dati per sviluppare strumenti che ci consentano di organizzare la nostra convivenza con il virus. Ma non solo: in questa fase di crisi economica generata dalla pandemia è necessario sviluppare nuovi modelli di business sfruttando l’unico ambiente immune al Covid-19, quello informatico.
“I progetti migliori che vengono fuori dall’Hackathon – spiega Diego Antonacci di Sprint Lab – entrano in un percorso di accelerazione seguito dallo staff di Sprint che li aiuta a diventare delle Startup e costruire modelli di business sostenibili”.
In questa edizione è previsto anche un ulteriore premio del valore di 1000 euro: il riconoscimento DTA-Nereus-CoRdiNet del Distretto Tecnologico Spaziale per il miglior team di diversità e inclusione. Il fine è promuovere la creatività e l’innovazione, intraprendere progetti aerospaziali a lungo termine a livello internazionale, sviluppare politiche di benessere e lavoro-vita, creare un ambiente professionale inclusivo, stimolare le giovani generazioni a intraprendere carriere STEM. Le diversità del team premiato può riguardare diversi campi: dall’origine culturale all’età, dal genere all’abilità fisica, dall’orientamento sessuale alla lingua, dallo stile di lavoro alle esperienza di vita.
L’Hackathon Copernicus di giugno lancerà, oltre a quella relativa al Covid-19, altre tre sfide che riguardano la previsione ai problemi alle reti idriche e fognarie, l’irrigazione e l’acquacoltura. Con il satellite oggi si è in grado di capire dove ci sono criticità per la prevenzione dei rischi, lo stato di salute della vegetazione, i parametri chimici e fisici delle acque. Un gruppo di stakeholders, selezionati dagli organizzatori dell’Hackathon tra utenti pubblici e privati, ha presentato in anticipo le proprie esigenze e sfide. Tra le sfide c’è anche quella sull’irrigazione lanciata da CIHEAM Bari e finalizzata ad individuare soluzioni innovative per il funzionamento degli impianti di irrigazione alimentati da energia fotovoltaica, allo scopo di migliorare la gestione delle attività agricole nei Paesi in via di sviluppo. A rappresentare l’Istituto di Bari, Wahid Fouial, ricercatore dell’Area tematica Land and Water, coordinata da Nicola Lamaddalena, che seguirà i lavori in qualità di coach.
“Una delle particolarità di queste azioni promosse da Sprint è creare un ponte tra le esigenze delle aziende e i professionisti. Per cui gli ambiti di azione che scegliamo nascono sempre da una richiesta esplicita delle aziende”, aggiunge Antonacci.
Sprint, programma pugliese di formazione, sviluppo, progettazione, recruiting e networking sviluppato da The Hub Bari srl, con il patrocinio di Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari, Comune di Bari e Ministero dello Sviluppo Economico, e il sostegno di Megamark, Planetek, Fondazione Casillo, Master Italy, Programma Sviluppo e ITS Logistica Puglia.