Gruppi pubblici creati per inneggiare alla rivoluzione. L’accusa è dell’Intelligence italiana, scritta nero su bianco sulla relazione del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Nella relazione, oltre ad occuparsi delle fake news diffuse durante l’emergenza coronavirus, un paragrafo è dedicato proprio alla Puglia e alla nascita di gruppi Facebook che hanno inneggiato alla protesta civile. Anche il sindaco Antonio Decaro aveva lanciato l’allarme pochi giorni fa: “La mafia si sta infiltrando nei movimenti di protesta”.
Nella relazione del Copasir, diffusa da Repubblica, si legge quindi: “Dal monitoraggio del social media Facebook attuato dall’AISI (Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica), si rileva la presenza di un gruppo pubblico, creato in data 25 marzo 2020, i cui iscritti -facendo leva sulla situazione di difficoltà economica ed occupazionale che attualmente soffre la popolazione della Regione Puglia, acuita dalle misure di lockdown adottate in Italia per fronteggiare l’emergenza sanitaria da CoVid 19- inneggiano palesemente alla rivoluzione, al disordine sociale, alla necessità di dover “scendere” in strada e saccheggiare i supermercati e, non da ultimo, alle manifestazioni di protesta -anche violenta- contro il governo italiano e i suoi rappresentanti”.
Ed ancora: “Gli stessi iscritti rivolgono l’invito ad aderire a tale iniziativa nella consapevolezza della necessità di incrementare le proprie fila per rendere efficace la protesta, raccomandando inoltre di non pubblicare post che contengono dettagli circa le modalità operative, facendo a tale riguardo rinvio a contatti personali – prosegue il testo della relazione – Ponendo il disagio sociale indotto dalla situazione emergenziale alla base del proprio manifesto ideologico e, in posizione tattica, traendo spunto dalle notizie che i media ufficiali e non, hanno rilanciato nei giorni scorsi in merito a disordini e atti criminali posti in essere presso esercizi commerciali, questo fenomeno offre un significativo riscontro della prospettiva citata circa la possibilità di una traslazione nel mondo reale della tensione diffusamente percepibile anche nel dominio digitale e nel dibattito social in particolare. Tensione che, se portata a più estreme conseguenze, è in grado di dare vita a concrete iniziative di turbativa dell’ordine e della sicurezza pubblica”.
Nella relazione si parla di “peculiare forma di minaccia alla sicurezza del Paese, evidenziatosi nei giorni scorsi con riferimento al progetto di esecuzione di raid ai danni di supermercati nel palermitano, promosso dal gruppo privato Facebook “RIVOLUZIONE NAZIONALE”, noto in fonti o aperte e sul quale sono in corso attività di polizia giudiziaria”.