Da tutta la Puglia i lavoratori del settore horeca, del pubblico spettacolo e della filiera dei matrimoni e turismo – uniti dietro la sigla del Movimento Impresa – sono scesi in strada sul lungomare di Bari per manifestare le difficoltà economiche e sociali dovute ai due mesi di lockdown da coronavirus.
Le attività che hanno riaperto segnalano incassi fino al 70% in meno, i titolari chiedono regole chiare e condivise per la ripartenza nel pieno rispetto delle norme sanitarie della fase 2.
Intorno alle 10, dalla piazzetta antistante la sede dell’Inps fino alla palazzo della Regione Puglia si è svolta una catena umana supportata da 25 timpanisti di San Nicola (video in alto). “Rivendichiamo dignità e rispetto – commenta Gianni Del Mastro – ma soprattutto una chance di giocarsi il nostro futuro ormai drammatico. Il turismo non c’è, la ristorazione è il punto forte del territorio ma insieme ci sono tante micro imprese. Noi avremo l’obbligo di non poter licenziare i dipendenti, non vogliamo farlo, ma dal 14 giungo le garanzie della cassa integrazione finiscono e ci portiamo dietro una situazione debitoria gravissima”.
“Abbiamo circa 1800 iscritti – aggiunge Franco Spagnuolo – ma ci seguono in 10mila sui social, i lavoratori della filiera sono 180mila. Alcuni di loro hanno iniziato a ricevere la cassa integrazione in deroga per le aziende fino a 5 dipendenti, invece è quasi del tutto bloccato il fondo di integrazione salariale per imprese più grandi che sono la maggioranza. Finora non hanno ricevuto nulla, non so come stiano vivendo”. I rappresentanti del Movimento Impresa hanno incontrato il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, e l’assessore regionale al turismo Loredana Capone.