Aumentare la copertura vaccinale per evitare intasamenti nei Pronto Soccorso e una più rapida diagnosi dei casi Covid-19. L’ipotesi, al momento in fase di valutazione, potrebbe essere prevista dalla circolare del ministero della Salute sulle vaccinazioni per l’influenza, la cui pubblicazione è attesa per le prossime ore. In particolare, si tratterebbe di allargare la platea di persone a cui è raccomandato il vaccino antinfluenzale a tutti i bambini da 0 a 6 anni, alle persone dai 60 anni in su e agli operatori sanitari delle Rsa.
A fondamento della proposta, la volontà di semplificare le procedure di diagnosi da Coronavirus, poiché una vaccinazione allargata consentirebbe di ridurre la platea di potenziali malati di influenza stagionale e, di conseguenza, il flusso di utenza ospedaliera. Inoltre, dal momento che la classica influenza presenta sintoni molto simili a quelli iniziali da Covid-19, la diminuzione dei malati stagionali permetterebbe una più rapida diagnosi per chi dovesse essere realmente contagiato dal nuovo Coronavirus. Inserire questa raccomandazione all’interno della circolare, “rappresenterebbe un eccellente risultato – ha sottolineato ai microfoni di Radio-1 Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria e componente del Comitato tecnico scientifico del governo, che prosegue – Dobbiamo ricordarci che l’influenza è una malattia più impegnativa di quello che viene comunemente ritenuto, soprattutto per i bambini piccoli.
Fare il vaccino significa che più bambini evitino controlli ambulatoriali, visite al pronto soccorso ed eventuali ricoveri”. La vaccinazione resterebbe comunque una raccomandazione e non un obbligo, fatto salvo per il caso della Regione Lazio, dove il governatore Zingaretti ha firmato un’ordinanza che, a partire dal 15 settembre, rende il vaccino antinfluenzale obbligatorio per determinate categorie, tra cui, appunto, gli over 65 e gli operatori sanitari.