“È il momento che si ritorni ad una gestione totalmente pubblica di un bene comune ed indispensabile per la collettività quale è il trasporto pubblico locale”. A parlare, per il tramite di una nota ufficiale, è Francesco Laterza, coordinatore regionale dell’Unione Sindacale di Base per il Lavoro Privato, che si fa portavoce delle istanze dei tanti lavoratori della regione impiegati nel settore del trasporto pubblico.
Al centro della questione ci sarebbe la “presunta incapacità delle aziende private contrattualizzate dalla Regione Puglia di garantire – secondo USB Puglia – sicurezza e servizi adeguati, a fronte di un’attività i cui profitti gravano sulle spalle dei dipendenti”.
“Le associazioni datoriali continuano a lamentare le perdite subite sui ricavi da traffico che, a sentir loro, ad oggi si attestano nell’ordine dell’80% circa, facendo a nostro avviso un uso improprio delle percentuali – si legge nella nota, che spiega – I contratti con la Regione Puglia sono di tipo net cost: ciò significa che il profitto per l’azienda esercente deriva in parte dalla vendita dei titoli di viaggio, pari al 35% del valore dei servizi erogati e in parte dal corrispettivo erogato dall’ente affidante, pari al restante 65%. I corrispettivi previsti dai Contratti di Servizio sono finanziati sia dallo Stato tramite il Fondo Nazionale per il Trasporto Pubblico Locale, sia dalla Regione con l’erogazione di altri corrispettivi in base a servizi aggiuntivi espletati dalle Aziende. Ne consegue che il tanto sbandierato 80% di perdite subite rappresenta, in realtà, la percentuale che si deve applicare al 35% del costo del servizio erogato, dal cui calcolo risulterebbe una perdita effettiva del 28% circa”.
Un calcolo per il quale dovrebbero essere considerati, poi, lo sgravio dei costi dovuto alle riduzioni o sospensioni dei servizi di Trasporto Pubblico Locale dell’ultimo periodo e l’istituzione di un fondo da 500 milioni di euro da parte del governo per compensare le perdite del settore.
“È logico supporre che le aziende, allo stato attuale, oltre a non subire quel 28% di perdite, ricaveranno ulteriori proventi con i risparmi ottenuti sia in seguito alla contrazione dei servizi, sia in seguito alla riduzione del costo del lavoro, avendo fatto ricorso agli ammortizzatori sociali” – conclude Laterza, auspicando un vero e proprio cambio di rotta con il ritorno ad una gestione totalmente pubblica del settore relativo al trasporto locale.