Una forte spinta verso la mobilità sostenibile, da Nord a Sud. La fase due dopo il lockdown da coronavirus ha convinto sempre più cittadini a “convertirsi” verso un sistema di mobilità che eviti ingorghi e smog delle automobili. Il ritorno alla normalità penalizza il trasporto pubblico urbano: infatti le restrizioni sanitarie provocano una drastica riduzione della capienza per i passeggeri (un bus da 80 posti, diventa accessibile a massimo 25 utenti).
Il governo Conte nel decreto Rilancio ha modificato il bonus mobilità di 120 milioni di euro, dedicato alle città metropolitane (oltre i 50mila abitanti), spendibile fino al 60% dell’importo massimo di 500 euro per bici, e-bike, monopattini elettrici, ma anche segway, hoverboard e monowheel o abbonamenti a servizi di sharing.
Tra le novità in arrivo, il Dl Rilancio tocca anche il Codice della strada: per garantire più sicurezza c’è la “casa avanzata”, cioè una linea d’arresto al semaforo avanzata di almeno tre metri rispetto a quella tracciata per tutti gli altri veicoli (fonte Il Sole 24 Ore). Si aggiunge l’opzione della corsia ciclabile light (cosiddetta bike lane), cioè uno spazio ricavato nella parte destra della normale corsia di marcia per far circolare bici, e-bike e monopattini elettrici (nello stesso senso di marcia degli altri veicoli) in zone a 50 km/h.
Una strategia di “conversione” alle due ruote condivisa dal sindaco di Bari, Antonio Decaro: “Abbiamo chiesto al governo di aiutarci a fare percorsi ciclabili più semplici, con la sola segnaletica e itinerari promiscui con le automobili”, spiega Decaro sull’esempio di Monpelier (Francia). L’obbligo di installare cordoli da 50 cm di gomma o calcestruzzo, e relativi bandi di gara, allungano inevitabilmente i tempi dei lavori. “Così mettiamo il divieto di fermata il giorno prima e in 48 possiamo creare delle ciclabili light”.
Non tutti però accettano le nuove linee guida con positività. “Oggi la condizione delle strade delle città italiane, conformata alle norme vigenti del Codice della Strada, è molto pericolosa per i ciclisti, come dimostrano i dati sull’incidentalità e i ciclisti feriti e morti”, scrive il gruppo Genitori Antismog di Milano con il sostegno di più di 20 associazioni di categoria. “Noi chiediamo nuove norme, alcune delle quali previste del decreto approvato dal Governo, già adottate e sperimentate in tutti i paesi europei con condizioni di sicurezza stradale migliori di quelle italiane. Queste norme hanno già dato prova di migliorare la sicurezza stradale oltre che la ciclabilità delle città. Le “linee guida” proposte ora dal Ministero ne limitano la portata e applicabilità, mantenendo l’attuale situazione di pericolo sulle strade”.