“In base alle attuali conoscenze, i dati disponibili, analizzati dal Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, non fanno ipotizzare particolari problemi per la salute della popolazione connessi all’introduzione del 5G”. Lo sottolinea all’interno di una lunga nota l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Mino Borraccino, commentando il rapporto dell’agenzia ambientale Arpa Puglia sulla tecnologia di quinta generazione per la comunicazione mobile, capace di gestire facilmente il passaggio dai dispositivi di uso corrente (come smartphone e tablet) ai tanti oggetti wireless come elettrodomestici, auto, semafori, lampioni, orologi, sistemi di sicurezza, apparecchiature mediche che presto potranno essere messi in comunicazione tra loro nella nuova ‘Internet of things’ (Internet delle cose).
«In base alle attuali conoscenze, quindi, la tecnologia trasmissiva non cambia – precisa Borraccino – sia essa 2G, 3G, 4G, 5G, Radio e TV, e non comporterebbe diversi impatti sulla salute della popolazione esposta». Confermata così la sicurezza del 5G al pari delle precedenti generazioni, «tuttavia è importante – sottolinea l’assessore – che l’introduzione di questa tecnologia sia affiancata da un attento monitoraggio dei livelli di esposizione (come del resto avviene già attualmente per le attuali tecnologie di telefonia mobile) e che proseguano le ricerche sui possibili effetti a lungo termine». «La normativa italiana, fra le più restrittive in Europa – conclude Borraccino – fissa limiti/valori di attenzione per i livelli di campo elettromagnetico nella gamma di frequenza tra 100kHz – 300GHz, anche qui, indipendentemente dalla tecnologia di rete utilizzata, e le tre bande di frequenza utilizzate dal 5G (700 MHz, 3.7 GHz e 26 GHz) ricadono all’interno del suddetto intervallo».