«A nessuno si può chiedere di comprare una cosa a un prezzo superiore di quello che poi dev’essere il prezzo di cessione, penso sia una cosa normale: per questo» prima di fare altri ordini «aspettiamo che venga prodotta la “mascherina Italia” che dovremmo pagare 40 centesimi». Così il presidente di Federfarma Puglia, Vito Novielli, spiega l’attuale assenza di mascherine chirurgiche nelle farmacie, quelle per cui è stato imposto un prezzo massimo di 50 centesimi.
Anche se i farmacisti precisano che si tratta di 61 centesimi, considerando anche l’Iva. «Le mascherine che noi avevamo – evidenzia Novielli – le abbiamo comprate a un prezzo superiore, ciononostante non abbiamo esitato a cederle a 61 centesimi, così come prevede l’ordinanza del commissario Arcuri. Terminate quelle scorte in farmacia, non le abbiamo più ricomprate. Io e tanti colleghi abbiamo adottato questo criterio: cediamo quello che abbiamo, saremo o no rimborsati, ma nel riacquisto aspettiamo sia messa in commercio questa ‘mascherina Italià, prodotta da aziende italiane autorizzate a farlo, che noi dovremmo acquistare a 40 centesimi più questa benedetta Iva». «Noi – conclude – abbiamo chiesto di eliminarla, ma ancora oggi ferma al 22%, la stessa Iva dei gioielli».