“Lo scoppio di un’epidemia globale ci impone una serie di riflessioni su cui prender consapevolezza per uscirne tutti e tutte insieme, senza che siano le fasce più deboli a subire le conseguenze peggiori di una pandemia che delinea gli effetti di una crisi economica ormai in atto”. A parlare è Savino Ingannamorte, coordinatore dell’associazione studentesca Link Bari che, a due mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, fa il punto sulla situazione legata al diritto allo studio in città: “Come organizzazione studentesca, pensiamo che anche se reclusi dentro casa e costretti a ridurre le relazioni sociali in spazi virtuali, dobbiamo far pesare la nostra voce – racconta Ingannamorte – ed essere pronti a tutelare i diritti di tutti gli studenti e le studentesse per evitare di pagare le conseguenze di quattro decenni di politiche neoliberiste che hanno eroso le infrastrutture sociali, colpendo anche e soprattutto il diritto allo studio”.
A questo scopo, Link Bari ha dato vita ad una piattaforma rivendicativa territoriale capace di mettere al centro tutte le proposte e le istanze relative al diritto allo studio: dalla richiesta di un contributo affitto per tutti i fuorisede, alla deroga dei criteri di merito per chi fa richiesta di borsa di studio, passando per la proroga della validità degli abbonamenti fino alla richiesta di un bonus che permetta agli studenti di acquistare strumenti digitali per abbattere il divario digitale oggi esistente.
“Alcune di queste proposte sono state già poste all’attenzione della Regione in un tavolo online convocato dall’assessore alla ricerca, al lavoro e all’istruzione Sebastiano Leo – continua Alessandro Digregorio, senatore di Link Bari – ma solo le ultime due sono state approvate. “Nessuno di noi aveva previsto tutto questo e nessuno sa con certezza quando la pandemia finirà, ma siamo certi che non possiamo pagare le ripercussioni sulla nostra pelle”.
Un esempio è rappresentato dalla decisione della Regione Puglia di fissare come tetto di sbarramento per l’accesso al bonus una soglia di reddito di 10mila euro, restringendo così la possibilità di richiesta solo ai borsisti. “Non possiamo ritenerci affatto soddisfatti – è, sul punto, il commento di Savino Ingannamorte, che prosegue – Pretendiamo l’innalzamento di questa soglia e l’estensione del bonus a tutti gli studenti borsisti e non borsisti che sono stati colpiti da questa crisi. Ci appelliamo alla Regione e all’ente regionale per il diritto allo studio e alla sede del territorio barese affinché tutte le nostre proposte possano venir accolte nella loro totalità: il diritto allo studio non può essere un merito né tantomeno un privilegio, ma tutti e tutte devono avere le stesse opportunità per realizzare il proprio futuro e i propri sogni”.