«Abbiamo le aziende parcheggiate in garage, merce che dovremo buttare e lavoratori in cassa integrazione che ancora non hanno percepito un euro e stiamo cercando di aiutare di tasca nostra». A parlare è Marco Pallone, uno dei 304 ambulanti baresi che avrebbe dovuto partecipare alla festa di San Nicola, prevista a Bari dal 7 al 9 maggio, annullata per l’emergenza coronavirus. Un appuntamento religioso e culturale con ricadute economiche sul territorio, quest’anno in termini di danni, stimabili in oltre 2 milioni di euro, con circa mille lavoratori a casa.
San Nicola apre di fatto la stagione delle feste patronali in Puglia, centinaia fino alla fine dell’estate, che mettono in moto interi settori economici che coinvolgono venditori ambulanti, giostrai, ditte di luminarie e fuochi d’artificio, oltre ad alberghi e attività commerciali delle città che ospitano i singoli eventi. Per San Nicola, che nel 2019 ha visto arrivare a Bari 200mila pellegrini e turisti, mille dei quali provenienti dalla Russia, la stima del giro d’affari che ruota attorno all’intera festa comprende i fondi stanziati dal Comune, 192mila euro, ai quali si aggiungono le donazioni dei privati devoti, sponsor e i consumi dei pellegrini a mercatini e giostre. Nel dettaglio, il solo corteo storico, con 50 tra artisti, tecnici e organizzatori, oltre ad almeno 200 figuranti, sbandieratori, timpanisti, aziende di costumi e attrezzi di scena, viene finanziato dal Comune con 122mila euro; altri 30mila euro sono destinati ai servizi accessori di sicurezza, compresi il noleggio transenne e l’installazione dei new jersey, mentre a 40mila euro ammonta il contributo di fondi pubblici al Comitato di San Nicola della Basilica, il quale, con altre donazioni private, finanzia luminarie, fuochi artificiali e accoglienza dei pellegrini.
C’è poi l’economia legata alle attività commercianti che arricchiscono la sagra, con 304 ambulanti da tutta Italia per il mercatino di San Nicola e il villaggio del gusto, le postazioni dei giostrai di piazza Diaz e di largo Cristoforo Colombo con circa 50 microimprese dello spettacolo viaggiante, installazione di 70 attrazioni e 300 addetti. Le presenze di pubblico nelle 12 giornate di attività, comprendenti i weekend precedente e successivo alla festa, nel 2019 sono state 30mila, con un fatturato complessivo stimato in circa un milione di euro. E infine, non ultimo, c’è l’indotto di affari di negozi, bar, ristoranti e alberghi della città, dove alloggiano molti dei turisti che vengono da fuori, come i mille russi che l’anno scorso sono atterrati a Bari nella settimana di San Nicola.
Quello che l’emergenza sanitaria non potrà fermare è la devozione per il santo di Myra. Le celebrazioni, tutte a porte chiuse, saranno trasmesse in streaming. All’alba di venerdì 8 maggio, giorno della tradizionale «processione a mare», la città sarà svegliata dal suono festoso delle campane ed invitata a partecipare alla diretta della messa, mentre sabato 9 maggio, anniversario dell’arrivo delle reliquie del Santo a Bari, dopo il solenne pontificale delle 18.30 presieduto dal vescovo, ci sarà il prelievo della sacra manna.