La decisione della Regione Sicilia di autorizzare la coltivazione del “Primitivo” sul territorio regionale è “avulsa dal contesto in cui, sinora, si è cercato di far tesoro dello stretto rapporto esistente tra le varietà viticole e il territorio, mirando a porre in risalto le relazioni sensoriali che legano indissolubilmente il profumo e il corpo di un vino con la cucina della tradizione locale”, lo dichiara il presidente di Confagricoltura Bari-Bat, Michele Lacenere, critico nei confronti del provvedimento.
“Capisco – prosegue Lacenere – che la Regione Sicilia voglia accontentare quei grandi produttori che premono per inserire il primitivo made in Sicily nel loro listino, ma questo non significa fare gli interessi del settore. Facciamo la guerra a chi vuol defraudarci della nostra storia agroalimentare e scivoliamo su simili bucce di banana”. Sulla “guerra del Primitivo” è intervenuto anche il senatore del Pd, Dario Stefàno. “Non è possibile accettare che l’egoismo commerciale sottragga o utilizzi quanto fatto in nome di una comunità territoriale. L’autorizzazione all’impianto e alla produzione del Primitivo in Sicilia non può essere avallata dal ministero e, a tale riguardo, chiediamo che intervenga immediatamente il presidente Emiliano, coordinatore della Conferenza Stato-Regioni per l’Agricoltura”.