Passeggiare sul mare, incontrare amici, abbracciare persone care di cui si sente la mancanza o prenotare un viaggio: sono solo alcuni dei desideri che affollano la mente della gente comune, in tempi di Coronavirus. “Quale sarà la prima cosa che farete ad emergenza rientrata?”: è, infatti, in questo periodo la domanda che più comunemente ci si rivolge e che, dietro ad un’apparenza di banalità, apre verso orizzonti variegati, corrispondenti alle molteplici sfaccettature della realtà.
In molti infatti, costretti dalla quarantena forzata, hanno approfittato del tempo a disposizione per rivedere e rimodellare le proprie abitudini, cercando di immaginare, ad emergenza rientrata, uno stile di vita migliore. C’è chi non vede l’ora di poter tornare a praticare il proprio sport preferito, chi freme all’idea di poter tornare a passeggiare liberamente nei parchi cittadini, chi sente la mancanza dei propri compagni o delle proprie compagne, oppure, semplicemente della quotidianità e della genuinità racchiusa nelle giornate precedenti all’emergenza sanitaria, in cui era ancora possibile incontrarsi e concedersi “una birra al tramonto sul mare”, ma non solo.
Tanti coloro che, trovandosi all’estero, hanno espresso la voglia di tornare in Italia dalla propria famiglia che ormai vedono solo attraverso gli schermi, ma anche, spesso, di cambiare vita, abitudini e lavoro. “Non so quale sarà la prima cosa che farò non appena sarà possibile, ma una cosa è certa: troverò un altro lavoro, perché con il mio non vale più la pena continuare” – scrive un ragazzo, senza precisare il lavoro che svolge. È un dato di fatto: tantissimi sono i lavoratori che, a causa del fermo obbligatorio, hanno avuto modo di riflettere sulla sicurezza o sulla precarietà del proprio lavoro. Ma c’è anche chi, invece, non vede l’ora di tornare alla propria mansione, nonostante il momento di crisi, come Anna che dichiara: “Mi auguro di poter tornare presto al lavoro, ma soprattutto mi auguro che nel futuro il mio lavoro, come quello di tanti altri e tante altre come me, non venga mai più sottovalutato, ma considerato al pari di altre categorie”.
La speranza, dunque, è che ad emergenza rientrata si torni a dare valore ai diritti di tutte le categorie. “Io ad emergenza rientrata vorrei essere una persona diversa, con meno paure e più pronta alla vita. La prima cosa che farò sarà uscire, il resto si vedrà”, scrive, invece, Roberta. Testimonianza del fatto che, i due mesi di restrizioni, hanno sicuramente dato modo alle persone di ragionare su di sé, sul proprio modo di essere, sulla propria vita. Ma non sono solo queste le volontà di cambiamento emerse: “Appena finita la quarantena voglio diplomarmi – scrive un ragazzo – avevo abbandonato la scuola perché ritenevo fosse più importante andare subito a lavorare, ma in questi due mesi ho capito che mi mancava qualcosa, quindi sì, credo proprio che mi iscriverò a scuola”.
Insomma, come recitano spesso gli anziani “non tutti i mali vengono per nuocere”, anzi, ad emergenza rientrata, a prescindere da quello che accadrà, moltissimi saranno coloro che torneranno alla propria vita con un bagaglio di consapevolezza in più, siano esse personali o relative al lavoro e ad altri aspetti importanti della vita. “La prima cosa che farò? Sicuramente vivere – ha concluso un ragazzo, il più giovane tra tutti – voglio prendermi il tempo per fare quello che amo trovando il modo di non rinunciare ad essere felice, senza dimenticare le responsabilità e tutti gli obiettivi da portare a termine”.
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