Francesca (nome di fantasia) ha 44 anni. Ed è ricoverata da 26 giorni dopo essere risultata positiva al coronavirus. “Non vedo l’ora di tornare a casa – ci racconta – ma per ora il tampone resta ancora positivo nonostante i sintomi siano tutti passati”.
Francesca si definisce una di quelle mamme “preoccupone” che si è messa in isolamento in casa appena le scuole sono state chiuse. Il marito però ha dovuto continuare a lavorare e nonostante le mille precauzioni (guanti, gel disinfettante, mascherine) un giorno si è misurato la febbre e aveva 38. “Abbiamo subito avvisato i medici e abbiamo deciso quindi di non uscire più – continua il racconto – dopo tre giorni di febbre e stanchezza mio marito comincia a sentirsi meglio. Ma uno dei miei tre figli, di sei anni, ha anche lui la febbre. Due giorni di questo malessere e poi niente più. Fino a che cado io malata. Quattro giorni di febbre, dolori fortissimi alla schiena. Poi la febbre passa, poi ritorna con tosse e fiato corto. Decido dopo una decina di giorni di andare in ospedale. Dove mi fanno il tampone e scoprono che sono positiva. Da allora sono passati 26 giorni: sono ancora in ospedale ricoverata”.
La paura è stata tanta. “Quando mi hanno detto che ero positiva ho avuto paura di non rivedere i miei figli. Fortunatamente la fase critica della polmonite è passata dopo una settimana. Ogni tre giorni mi fanno il tampone ma è ancora positivo e quindi non posso tornare a casa”.
L’appello è di rispettare le distanze, di mettersi sempre le mascherine, i guanti. “Quando leggo di genitori che non vedono l’ora di portare fuori i loro bambini perché i piccoli sono stanchi di stare a casa – conclude il suo racconto – ecco io a quei genitori voglio raccontare la mia storia, la mia paura di non rivedere i miei figli. Dalla mia esperienza ho capito che in ospedale ci sono persone fantastiche che mettono a rischio la loro vita giornalmente per chi si ammala. Io ho 44 anni e sono sempre stata in perfetta salute fisica e in 10 giorni ho rischiato di perdere tutto ciò che a me era più caro. Rimanete nel posto più sicuro che c’è. Certo è che io quando tornerò a casa guarita non uscirò ancora. Perché nessuno sa se chi è positivo è immune, perché nonostante i tamponi negativi a mio marito e ai miei figli non sappiamo se se lo sono presi ugualmente. Perché io ho ancora tanta paura”.