L’analisi della letalità, numero dei decessi rispetto ai casi positivi, del Covid-19 in Itali «mostra una estrema variabilità e appare in linea con la diversa intensità del contagio: più elevata in Lombardia (in media pari al 3,84%) con un trend crescente. Seguono Emilia Romagna (3,44%) e Marche (2,11%). Segue il Piemonte (1,49%), molto più bassa in Veneto (1,18%) e Lazio (0,76%). In Lombardia la massima letalità si registra nella fascia d’ètà oltre i 90 anni, mentre in tutte le altre Regioni la fascia più colpita è quella tra 80-89 anni».
È la fotografia scattata dalla quarta puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di Roma, grazie al confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-Cov-2 a livello nazionale, per la prima volta prendendo in considerazione 20 Regioni italiane. «I dati mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (107.709) sulla popolazione nazionale è pari allo 0,18% (era lo 0,13% al 31 marzo). Al 22 aprile la percentuale di casi (183.957) sulla popolazione italiana è lo 0,30%, in crescita rispetto allo 0,17% al 31 marzo», osserva il report. Il primato per incidenza dei positivi e di casi sulla popolazione «si registra in Valle d’Aosta (0,41% e 0,86% rispettivamente). Piemonte, Pa di Trento e Lombardia seguono con una incidenza di positivi ad oggi pari allo 0,34% e una incidenza di casi pari allo 0,68% in Lombardia e a Trento e dello 0,50% in Piemonte, segnale di un ritardo nella diffusione in questa regione rispetto alle altre – conclude il report – Tutte le Regioni del sud si attestano su valori di incidenza dei positivi tra lo 0,04% del Molise e lo 0,07% della Puglia. Valori intermedi nelle Regioni del centro, in un chiaro gradiente nord-sud».