Finanzieri della Compagnia di Andria, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo in funzione della successiva confisca, nei confronti di 17 persone fisiche (tra cui 13 agricoltori di Minervino Murge e 4 amministratori pubblici dello stesso Comune) e una cooperativa, in un’operazione contro le truffe sui fondi per l’agricoltura. Secondo le investigazioni la truffa ammonterebbe a oltre 380 mila euro intascati indebitamente a danno dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), l’ente che eroga i finanziamenti stanziati dall’Unione Europea ai produttori agricoli.
L’indagine, condotta dai militari delle Fiamme Gialle di Andria, trae origine da una denuncia querela di un agricoltore minervinese, presunto assegnatario di quote di terreni comunali, successivamente denunciato unitamente agli altri indagati. Le investigazioni condotte permettevano di ricostruire il complesso panorama normativo in cui i conduttori originari, assegnatari di terreni di proprietà comunale concessi in locazione sin dal 1976, non avevano ottemperato al rilascio dei fondi rustici e per effetto delle condotte omissive dei pubblici ufficiali che non hanno provveduto ad esercitare le azioni finalizzate a rientrare in possesso dei terreni, consentivano ad interi nuclei familiari di fare indebitamente affidamento sulla possibilità di continuare a detenere i fondi in spregio alla normativa vigente sugli usi civici, per poi sfruttarne la fittizia disponibilità al fine di conseguire indebiti contributi da parte dell’UE per il tramite dei centri di assistenza agricola (CAA).
In particolare, le risultanze emerse consentivano di verificare che nel patrimonio comunale di Minervino Murge erano ricompresi terreni e fondi rustici, di cui parte costituenti il “Demanio ad uso civico” a pascolo e a semina, quest’ultimo suddiviso per “quote” e soggetto alla disciplina di un apposito Regolamento e successive varie leggi intervenute nel tempo che prevedono la concessione ad evidenza pubblica ai “meno abbienti”. Tali quote, a seguito dell’originaria assegnazione del 1976 e delle successive conferme assegnate con delibera di giunta del 1979, del 1982, con proroga automatica per i successivi 15 anni, sono passate di mano in mano con subentri irregolari, gran parte dei quali avvenuti anche dopo la disdetta degli affitti del 1996, da effettuarsi un anno prima della scadenza del contratto secondo le norme in vigore.
Diretta conseguenza di tale condotta è che tutte le attestazioni di conduzione di quote di terreni comunali rilasciate agli agricoltori fino al 2018 dai rispettivi Responsabili del Settore Tributi Patrimonio e attività Produttive, dell’Ufficio Imposte e Tasse e dai rispettivi Responsabili dell’Ufficio Agricoltura, di cui tre in servizio del Comune di Minervino Murge ed uno attualmente in quiescenza, sono risultate false nella misura in cui non corrispondeva al vero che i privati richiedenti conducessero regolarmente le quote del patrimonio comunale.
L’indagine della Guardia di Finanza ha invece dimostrato che i 14 conduttori-affittuari di quote comunali di terreno e tuttavia destinatari di disdetta da parte dello stesso Comune con obbligo di riconsegna, continuavano a detenere indebitamente i fondi di proprietà del Comune di Minervino Murge senza titolo autorizzativo e, per dimostrare falsamente la ricorrenza del requisito della disponibilità giuridica dei terreni, ottenevano dai rispettivi pubblici ufficiali del Comune di Minervino Murge, falsi attestati di conduzione di quote comunale – a fronte della corresponsione di un irrisorio canone annuale – e, per il tramite dei rispettivi CAA, inoltravano telematicamente all’AGEA le domande di aiuto all’agricoltura per le campagne 2016, 2017 e 2018 consentendogli così di ottenere contributi per un ammontare complessivo che va oltre 380 mila euro.
Sotto la lente degli investigatori sono finiti tutti i fascicoli aziendali dei rispettivi conduttori la cui gestione era demandata ai Centri di Assistenza Agricola. Nello specifico, attraverso la consultazione del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (S.I.A.N.) banca dati del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e dall’Agea, i Finanzieri hanno prima rilevato tutte le informazioni delle imprese agricole, quindi la presenza delle domande per il sostegno agricolo, la somma complessivamente ottenuta ed il CAA detentore del fascicolo aziendale. A seguire, è stato acquisito tutto il carteggio attestante i titoli di conduzione dei terreni presso i rispettivi CAA di Spinazzola, Minervino, Altamura e Poggiorsini: da qui la comprova che quelle false attestazioni rilasciate dai Funzionari del Comune di Minervino Murge certificanti l’assegnazione di quote comunali, fossero state utilizzate per aumentare, mediante l’inserimento dei documenti all’interno del fascicolo aziendale, la superficie di terreno posseduta e, di conseguenza, ottenere maggiori contributi comunitari.
“L’analisi delle singole posizioni processuali – si legge nel provvedimento – con specifico riferimento alla titolarità dei terreni e alle modalità di assegnazione, ha chiarito che nessuno degli indagati, al momento dei fatti, deteneva regolarmente le particelle del demanio civico in Minervino Murge. Sembra, infatti, che sulla scorta di una prassi che l’ente locale ha avallato per decenni, il demanio civico di quel Comune che, per vocazione e per legge, doveva essere destinato a beneficio dei meno abbienti e assegnato secondo le regole della pubblica evidenza, sia divenuto preda di interessi in netto contrasto con la sua vocazione tanto che le quote inizialmente assegnate col sistema della pubblica evidenza hanno cambiato titolare senza passare per la procedura legale a ciò deputata”.
Gli accertamenti documentali condotti dai Finanzieri di Andria, mediante l’interrogazione massiva delle banche dati in uso al Corpo, la disamina dell’enorme mole di carteggio acquisito presso il Comune di Minervino Murge e l’esame dei fascicoli aziendali hanno permesso di tracciare probatoriamente l’intera attività illecita, consentendo così al Giudice per le indagini preliminari, dott.ssa Maria Grazia Caserta, di disporre il sequestro preventivo delle somme indebitamente percepite dagli indagati e, per concorso, i pubblici ufficiali che, attraverso le loro mendaci attestazioni oltre al reato di falso sono concorsi nel reato di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Nel complesso sono stati sottoposti a sequestro saldi attivi su conti correnti ed altri rapporti finanziari, per un valore complessivo pari a circa 300.000 euro.