«La didattica a distanza funziona a singhiozzo, sono ancora troppi studenti esclusi, non sono garantiti a dovere i device e l’offerta formativa per i portatori di handicap. E con la dotazione organica prevista iniziare il prossimo anno scolastico, con il Coronavirus non ancora sconfitto, sarà un’utopia». È quanto emerge, secondo Gianni Verga, segretario generale della Uil Scuola Puglia, dai risultati dell’indagine commissionata dal sindacato di categoria all’Irase Puglia, che ha coinvolto 5266 famiglie di studenti iscritti alle scuole dell’infanzia, primaria, media inferiore e superiore della regione.
«Dall’indagine – spiega Verga – emerge sì che la maggioranza degli istituti scolastici hanno attivato sistemi di didattica a distanza, ma non è residuale la percentuale degli istituti che hanno dato vita solo ad apprendimento a distanza, percentuale che peraltro aumenta sensibilmente nell’ambito delle scuole dell’infanzia con il 78% e primarie (21%). Alta è pure la percentuale delle famiglie che non ricevono video-lezioni: 14% nell’infanzia, 10% nelle primarie e 7% nelle medie inferiori, ma ciò che colpisce è la motivazione fornita dalle famiglie che sono tuttora escluse dalla didattica online, che nella stragrande maggioranza dei casi è l’assenza di device (oltre il 44%)».
«Eppure – prosegue Verga – anche in una condizione emergenziale come l’attuale, la pezza è peggio del buco. Il Ministero ha stanziato, mediamente, 8mila euro a istituto scolastico per la dotazione di tablet utili alla didattica a distanza, ma la Regione non è da meno, con 2 milioni di euro (3mila euro a scuola) per la medesima destinazione. Facendo due rapidi calcoli, ciò consentirebbe a ogni istituto scolastico pugliese di acquistare una quindicina di tablet, a fronte di una popolazione studentesca media di 900 alunni per scuola». «Colpisce anche – conclude – la percezione delle famiglie sugli effetti della didattica a distanza: il 27% delle famiglie ritiene che la didattica a distanza riesca a condizionare il pensiero critico dei propri figli. Così come consideriamo gravissimo che nel 34% dei casi intervistati, l’istituto non abbia previsto, per carenza di strumenti o per altre motivazioni, misure particolari per studenti in condizioni di disabilità, altra diseguaglianza amplificata dalla didattica a distanza, soprattutto in una regione come la Puglia in cui le disabilità sono in continua crescita».