L’ipotesi di reato sulla quale sta lavorando la Procura di Trani con riferimento alla diffusione dei contagi da Coronavirus nelle residenze per anziani della provincia Barletta-Andria-Trani, è la violazione delle norme sulla salute e sicurezza sul lavoro relative alla valutazione del rischio biologico. Lo apprende l’ANSA dopo approfondimenti sull’inchiesta di cui avevano dato notizia alcuni quotidiani locali.
Per il momento l’inchiesta, delegata dal procuratore Renato Nitti ai carabinieri del Nas, riguarda l’Opera Don Uva di Bisceglie, dove i casi accertati di contagio da Coronavirus sono complessivamente 46 (37 pazienti e 9 operatori sanitari). I militari hanno acquisito questa mattina la documentazione negli uffici della Asl Bat e poi andranno al Don Uva. Gli accertamenti disposti dalla magistratura tranese sono finalizzati a verificare che il personale sanitario impiegato nella casa di riposo di Bisceglie fosse dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale a tutela propria e degli anziani ospiti.
L’eventuale violazione di queste norme sulla sicurezza, esponendo personale e pazienti al rischio di contagio, potrebbe configurare – qualora accertata – la più grave ipotesi di reato di epidemia colposa. Dopo le verifiche sull’Opera Don Uva di Bisceglie, la Procura di Trani avvierà accertamenti anche sulle altre due strutture della provincia Bat dove si sono verificati contagi, la Rssa Opere Pie Riunite Bilanzuoli-Corsi Falconi-Ciani di Minervino Murge con 40 casi positivi (30 ospiti e 10 tra operatori e religiosi) e la Rssa San Giuseppe di Canosa di Puglia dove sono stati accertati 43 pazienti contagiati.