Il piano industriale per il rilancio della Popolare di Bari è pronto e, come apprende Radiocor, prevede un ritorno all’utile della banca nel 2022. I commissari dell’istituto, Antonio Blandini ed Enrico Ajello, lo hanno messo a punto con la collaborazione del consulente Oliver Wyman nei tempi previsti dall’accordo quadro con Mediocredito Centrale e Fitd.
Il fabbisogno complessivo di 1,4 miliardi previsto per la ricapitalizzazione e il rilancio del più grande istituto del Mezzogiorno è ritenuto ancora sufficiente a valle della due diligence contabile che andava completata entro la metà di marzo. Un punto essenziale per riportare la banca alla redditività è il taglio dei costi di cui parte essenziale è il piano di uscite che dovrebbe coinvolgere, su base volontaria, fino a 900 dipendenti su poco meno di 3mila totali, se saranno confermate le indiscrezioni emerse a gennaio durante la fase di discussione del decreto legge per il salvataggio della banca, commissariata dalla Banca d’Italia il 13 dicembre dello scorso anno. Il decreto sulla Popolare di Bari ha assegnato risorse pubbliche fino a 900 milioni per Invitalia- Mediocredito Centrale per partecipare al salvataggio della banca e renderla una banca di investimento in grado di contribuire a ridurre il divario economico Nord-Sud. I sindacati della banca attendono a breve la convocazione per l’avvio della trattativa da parte dei Commissari i quali si sono impegnati ad una soluzione congiunta «con una doverosa tutela del mondo del lavoro» come affermò Blandini davanti alla Commissione Finanze della Camera nella sua audizione ad inizio anno. La procedura prevede 60 giorni di tempo massimo per essere completata in modo da porter poi convocare l’assemblea entro fine giugno.