Nonostante l’emergenza Coronavirus che sta colpendo l’Italia, quello degli ordigni bellici inesplosi è un problema che continua a persistere. Nella giornata di ieri, infatti, è stato messo in sicurezza un ordigno trovato tra gli scogli, nel quartiere periferico di San Giorgio a Bari. Un residente l’ha notato a riva, nelle vicinanze della spiaggia dell’Acquedotto Pugliese ed ha subito allertato la polizia, che lo ha messo in sicurezza e asportato.
«A distanza di tanti anni dalla fine della guerra, gli ordigni bellici possano avere ancora un potenziale di pericolosità per tutti. L’Adriatico, come ci viene segnalato da Giovanni Lafirenze del Dipartimento Ordigni Bellici Inesplosi dell’ANVCG, è una zona ad alto rischio per questa tematica. In particolar modo va monitorata con attenzione la costa pugliese da Molfetta a Mola di Bari. Lo scorso 15 giugno, a conferma di ciò, alcuni pescatori di Molfetta sono rimasti feriti dopo aver rivenuto un ordigno bellico inesploso», ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Castronovo (presidente nazionale dell’Associazione nazionale vittime civili di guerra), vittima di un ordigno bellico inesploso che nel 1944 lo ha reso non vedente.
«Ogni giorno vengono ritrovati residuati bellici che mettono in pericolo l’incolumità di tutti noi. Occuparsi di questo problema e prodigarsi affinché il territorio venga bonificato da questi ordigni e la popolazione informata sui rischi ed i pericoli che comportano – ha precisato Castronovo – fa naturalmente parte della mission dell’ANVCG: ecco perché abbiamo creato al nostro interno uno specifico Dipartimento ordigni bellici inesplosi impegnato a condurre ricerche, studi e iniziative sul tema, in Italia e nel mondo, dove sono in atto ancora tanti, troppi conflitti bellici».