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Tamponi, mascherine e ospedali per i contagi: il Governo valuta le misure post emergenza

Pubblicato da: redazione | Dom, 5 Aprile 2020 - 16:00

“In questo momento non posso dire quando il lockdown avrà fine. Noi stiamo seguendo le indicazioni del comitato scientifico ma l’Italia è stata la prima nazione ad affrontare l’emergenza. La nostra risposta forse non è stata perfetta ma noi abbiamo agito al meglio sulla base della nostra conoscenza. La validità delle nostre misure è stata riconosciuta dall’Oms e i risultati indicano che noi siamo sulla strada giusta”. Così il premier Giuseppe Conte alla NBC.

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“Noi stiamo soffrendo molto, è un dolore devastante e in questo momento di difficoltà io dico chiaramente che gli Usa e il presidente Trump hanno dimostrato una volta di più di essere nostri stretti alleati e amici” fornendo all’Italia “il loro supporto”, ha detto ancora Conte.

“Il più importante messaggio da dare ai nostri cittadini è state a casa il più possibile – ha detto ancora Conte -. E se c’è la necessità di uscire, per lavoro o per fare la spesa, rispettate le regole di sicurezza. Stiamo chiedendo alla nostra gente un grande sacrificio, ne sono consapevole, ma questa è l’unica strada. Più rispetteremo le regole, più presto usciremo dall’emergenza”.

“Sin dall’inizio della pandemia l’Italia ha messo la salute pubblica in cima alle priorità – ha sottolineato il premier -. Le nostre scelte politiche si sono basate su evidenze scientifiche. E’ fondamentale attuare tali decisioni nella piena trasparenza, la nostra democrazia è costruita sul contratto che abbiamo con i cittadini e noi dobbiamo a loro verità e trasparenza allo stesso modo in cui dobbiamo provvedere alla loro sicurezza. E’ questo il modello”.

“Dobbiamo dire la verità. La situazione resta drammatica. L’emergenza non è finita, il pericolo non è scampato. Ci aspettano mesi ancora difficili. Il nostro compito è creare le condizioni per convivere con questo virus, almeno fino a quando non avremo il vaccino o una cura”. Lo afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, in due colloqui con Repubblica e Corriere della Sera in cui illustra un “Piano Sanitario” in cinque punti: mascherine e “scrupoloso distanziamento sociale nei luoghi di vita e di lavoro”, “rafforzamento delle reti sanitarie locali”, Covid Hospital, uno studio a campione per capire quanti sono i contagiati in Italia e un’app, modello Corea, sia per mappare gli spostamenti del malato nelle 48 ore precedenti il contagio, sia per la telemedicina, e cioè per avviare una “cura domiciliare” attraverso test clinici e contatti diretti con i medici. In merito alle reti sanitarie locali, “se hai delle squadre di intervento veloci, riesci a tenere il malato a casa”, rileva Speranza.

Quanto agli ospedali anti-Covid, vanno mantenuti e aumentati, “perché non si può escludere un’ondata di ritorno dell’epidemia fino a quando non ci sarà il vaccino, perché l’ospedale misto è ingestibile in questo quadro, troppo rischioso per gli altri degenti e per tutto il personale, e perché non si può nemmeno correre il rischio di penalizzare tutti gli altri pazienti e tutte le altre cure. Non è che il malato di tumore non c’è più”.

Riguardo ai tamponi, “faremo quelli rapidi anche con il prelievo in macchina”, spiega il ministro. Questa procedura, con l’aiuto dell’Istat, consentirà una “mappatura virale del Paese”: con un campione di “diversi milioni di cittadini” si capirà quanti italiani “hanno contratto il virus, se e come sono immuni, quanti e in che area possono tornare alla vita normale”. Sulle mascherine, “una diffusione intelligente ci aiuta in questa battaglia, purché non le si utilizzi per andare a correre nel bosco e si eviti di usare quelle con il filtro, riservate al personale sanitario”, commenta Speranza. (Ansa)

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