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Coronavirus, l’allarme di Coldiretti Puglia: aumento del 25% dei casi di povertà

Pubblicato da: redazione | Mer, 1 Aprile 2020 - 19:45
Mercato Campagna Amica

Aumento del 25% del numero dei poveri in Puglia. È quanto emerge da una stima fatta dalla sezione regionale di Coldiretti, alla luce della grave situazione derivante dallo stop di tutte le attività a causa dell’emergenza Coronavirus. Si tratta di una nuova fetta rilavante della popolazione della regione, che si aggiunge alle 175.684 persone che, in Puglia, lo scorso anno sono state beneficiarie di aiuti alimentati tramite i fondi Fead, distribuiti da associazioni come la Caritas e il Banco Alimentare. E proprio da queste ultime giunge la notizia di un aumento dal 25% al 30% delle richieste di aiuto nel corso del mese di marzo 2020, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

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Secondo gli ultimi dati Istat, le famiglie italiane spendono in media 462 euro mensili per prodotti alimentari e bevande, ma, secondo i dati di Coldiretti, nel mese di marzo segnato dall’emergenza Coronavirus si è verificata un’accentuata polarizzazione dei consumi: parallelamente all’aumento del numero degli indigenti, infatti, è scattata per molti una vera e propria corsa per riempiere il carrello, con un conseguente aumento dagli acquisti al dettaglio di prodotti agroalimentari del 19% a marzo 2020 rispetto allo steso periodo dello scorso anno. “Il risultato” – precisa la Coldiretti – “è che in quasi 4 case su 10, pari a circa il 38%, ci sono scorte di prodotti alimentari e bevande con un particolare accumulo di pasta, riso e cereali (26%), latte, formaggi, frutta e verdura (17%), prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%), secondo le rilevazioni Coldiretti/Ixe”. Un comportamento pericoloso per la salute, che favorisce l’aumento dei prezzi, le speculazioni nel campo della gastronomia, nonché gli sprechi di cibo, in un momento delicato per le forniture alimentari del Paese.

Tante sono, però, in tale situazione di emergenza, le iniziative di solidarietà tra gli stessi esercenti e cittadini, nell’ambito della quale, anche gli agricoltori del mercato contadino di Campagna Amica di Brindisi scendono in campo, mettendosi a disposizione per l’approvvigionamento della mensa diocesana dei poveri. L’iniziativa di solidarietà è organizzata con il coordinamento di Don Mimmo Roma, amministratore parrocchiale della Cattedrale di Brindisi. “L’approvvigionamento della mensa diocesana dei poveri è iniziata oggi grazie alla grande generosità degli agricoltori.” – spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – “Sono stati donati ortaggi, farine, pasta, passate, ma anche formaggi degli agriturismi di Campagna Amica associati a Terranostra, con i cuochi contadini che hanno preparato i dolci a Kmper i poveri. È uno dei tanti esempi della sensibilità delle nostre aziende agricole che non si sono tirate indietro, anzi hanno rilanciato, chiedendo di anticipare l’orario della consegna in modo da fornire tutti prodotti di qualità freschissimi. Inoltre, i volontari ci aiuteranno a consegnare i prodotti agricoli a domicilio agli anziani soli e agli infermi, perché tutti i cittadini devono poter mangiare pugliese”.

Altra idea per aiutare i meno fortunati è quella della “spesa sospesa del contadino a domicilio”, tramite la quale tutti coloro che acquistano beni alimentari freschi presso gli agricoltori di Campagna Amica possono decidere di donare un pacco alimentare alle famiglie più bisognose.

Non si fermano, intanto, gli agricoltori, gli allevatori, con tutta la filiera del Made in Italy impegnata a garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. “L’approvvigionamento alimentare” – sottolinea la Coldiretti – “è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle, più di 5 mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica, nonostante le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti con l’88% delle merci che in Italia viaggia su gomma”.

 

 

 

 

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