Crescono il malessere e le preoccupazioni tra gli imprenditori della piccola e media impresa del turismo. Dopo la chiusura forzata delle attività commerciali, i lavoratori e i datori sono di fatto senza reddito e la liquidità per far fronte alle necessità e alle tasse e scadenze da pagare, potrebbe esaurirsi a breve’. È l’allarme lanciato da Francesco De Carlo, coordinatore di Assoturismo Puglia di Confesercenti. “In questi giorni – denuncia – il mio telefono è bollente per le centinaia di telefonate che ricevo dalle imprese che mi chiedono chiarimenti sull’ultimo decreto del governo, sugli aiuti promessi e quali soluzioni per correre ai ripari. Ciò che emerge è che a breve la liquidità non ci sarà neanche per far fronte ai costi quotidiani più semplici”.
Assoturismo Confesercenti ha più volte evidenziato alle Istituzioni che il settore alberghiero, agenzie di viaggio, tour operator, trasporti turistici, guide turistiche, commercio turistico, ha subìto rilevanti cali già dal mese di febbraio con cancellazioni considerevoli aggravate ulteriormente dalle restrizioni di marzo. La situazione volgerà al peggio per i mesi di Aprile e Maggio con una perdita del 100 per cento per il comparto del turismo. “Senza fare allarmismi ma rimanendo con i piedi per terra, l’estate 2020 potrebbe essere compromessa e migliaia di aziende fallite. L’emergenza che stiamo vivendo è pari ad una guerra e in guerra si azzerano tutte le scadenze e si fanno ripartire poco dopo la ripresa”, aggiunge De Carlo.
La proposta di Assoturismo Confesercenti, di concerto con ANCI e i sindaci delle Città turistiche, è l’azzeramento immediato fino a data da destinarsi di tari, imu e cosap, compresa luce e gas per le imprese chiuse e i dipendenti licenziati con famiglia a carico. Intervenire sugli affitti insieme al governo centrale per differirli o sospenderli. “Al governo diciamo che la proroga sulle tasse non serve perché i soldi non ci sono e non ci saranno per i prossimi 6 mesi. Il Comune deve chiedere aiuti al governo e non sacrifici ulteriori ai cittadini e agli imprenditori. Ci sono categorie imprenditoriali che non accuseranno molto il blocco delle attività, penso a chi lavora nella PA, alle imprese che hanno diversificato la propria attività realizzando, per esempio, le mascherine, o a quelle che lavorano con lo smart working, le quali, quando riapriranno le loro saracinesche vedranno entrare nuovamente i propri clienti, mentre il settore del turismo dovrà investire molte risorse per riportare la gente ad avere fiducia nel viaggio”, conclude De Carlo.