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Bari, la didattica a distanza non convince studenti e docenti: l’indagine

Pubblicato da: redazione | Sab, 28 Marzo 2020 - 12:00

Il 78 per cento dei docenti e l’88 per cento degli studenti hanno difficoltà con la didattica a distanza. Non ci sono linee chiare e uniformi su valutazioni o indicazioni delle assenze. Insomma la didattica a distanza a Bari e provincia presenta delle lacune. Lo rivela l’indagine della Flc Cgil.

“Abbiamo avviato, in questi giorni di emergenza, una indagine presso gli Istituti scolastici di Bari e provincia – spiega il segretario generale della Flc Cgil Bari, Ezio Falco –  incentrata sull’individuazione di punti di forza e punti di debolezza nella pratica delle Didattica a Distanza. Inoltre abbiamo seguito la questione della chiusura degli edifici scolastici: dal nostro ultimo sondaggio, circa il 70% degli edifici Scolastici di Bari e provincia è stato chiuso, ed è urgente che anche i restanti istituti assumano analoghe determine, in considerazione di quanto disposto dalla nota MI n. 392 del 18 marzo 2020 (sui servizi indifferibili) e delle limitazioni agli spostamenti confermate dal DL 25 marzo 2020, n. 19”.

“E’ necessario – continua Falco –  che le decisioni in merito alla didattica vengano assunte dai collegi dei docenti (pur con i limiti delle riunioni on line). L’uso delle piattaforme, le scelte metodologiche, gli strumenti didattici, vanno condivisi e non imposti. La professionalità del singolo docente, la varietà delle discipline e dei contesti-classe, la molteplicità di approcci, non possono essere ricondotti a forzature e obblighi. Il principio costituzionale della libertà di insegnamento e le procedure decisionali sancite dalla legge non devono essere compressi.  Gli Istituti stanno compiendo un meritorio sforzo per non interrompere la continuità dell’azione formativa e per consentire a studenti e famiglie un contatto con la quotidianità della scuola, oggi più che mai presidio di riferimento sociale. I problemi sono molteplici: dalle implicazioni e responsabilità giuridiche a cui le scuole vanno incontro, vista l’assenza di una consolidata normativa di riferimento, al rischio concreto di un aumento della dispersione scolastica per gli studenti non dotati di mezzi tecnologici o con problematiche speciali.  I Dirigenti Scolastici sono investiti da nuovi oneri e da nuove sfide, nelle quali devono coinvolgere il personale, se il principio della comunità educante contenuto nel nostro CCNL è qualcosa di più di una frase felice.  La distanza fisica – conclude Falco –  va colmata con la vicinanza di intenti e con la costruzione di una comunità scolastica più che mai reale”.

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