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Coronavirus, studente barese a New York: “Parlavano di semplice influenza, ora è come in Italia”

Pubblicato da: Daniele Leuzzi | Gio, 26 Marzo 2020 - 07:30

Sono oltre 100mila gli studenti italiani all’estero nel pieno della pandemia coronavirus (fonte Il Sole 24 Ore). Tra questi c’è un gruppo di universitari del Politecnico di Bari a New York, Stato simbolo degli Usa in cui l’emergenza sanitaria ha raggiunto i livelli europei: oltre 42 mila, numeri triplicati nelle ultime 24 ore come riporta la Cnn (aggiornamento 23 marzo).

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“Noi italiani siamo stati i primi a rinchiuderci in casa sentendo le notizie che arrivavano dalle nostre famiglie”, racconta da Manhattan lo studente barese del Poliba. “La situazione fino alla prima settimana di marzo appariva normale, non se ne parlava più di tanto e il presidente Donald Trump la definiva ‘comune influenza o virus straniero’. Pian piano sono usciti i primi casi nella costa ovest, poi le università come la Columbia hanno deciso di chiudere in anticipo rispetto ai tempi del governo federale prima delle scuole pubbliche. Adesso siamo in attesa di capire come si terranno le lezioni da remoto e sono stati sospesi tutti gli esami”.

Proprio come in Italia, anche nella Grande Mela dagli scaffali dei negozi sono stati svuotati dei beni di prima necessità e alunga conservazione. Sono stati vietati anche gli assembramenti con l’obbligo di indossare la mascherina fuori casa per gli over 70. La differenza principale sta nel sistema del servizio di consegna a domicilio, già attivo da diversi anni attraverso gli acquisti online di prodotti alimentari: “Il portale di Amazon lavora molto e ci facciamo spedire la spesa a casa. Infatti stanno assumendo sempre più gente ma il sistema non riesce a stare al passo con la richiesta degli utenti. Bisogna ordinare subito dopo la mezzanotte quando aprono la lista del nuovo giorno. Molti prodotti sono esauriti. Soprattutto carne, pasta, surgelati, carta igenica e altra merce per fare scorta”.

Il sold out interessa anche i dispositivi di protezione personale: “Mascherine, guanti e gel igienizzanti sono difficili da trovare, i guanti in lattice sono arrivati secondo i tempi prefissati mentre la mascherina che ho ordinato una settimana fa arriverà tra qualche giorno”. Le strade piene di vita appaiono sempre più deserte: “Era impossibile immaginarlo fino a qualche settimana fa, anche la metropolitana è quasi vuota perfino le fermate centrali”.

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