In Puglia sono 37.296 gli esercizi commerciali e dei servizi alla persona, al cui interno lavorano 48.321 dipendenti, che restano aperti in base al decreto del Governo anti-coronavirus, che assicura una copertura capillare sull’intero territorio nazionale. Fra questi, più di 18mila riguardano il settore alimentare (28.497 i dipendenti); 3.602 le farmacie e i negozi di articoli sanitari e per l’igiene con 5277 dipendenti. 15.215 le altre attività aperte con 14.547 dipendenti.
Nel complesso le strutture aperte sono il 38% del totale. È quanto mostra una elaborazione di Unioncamere e InfoCamere sui dati del Registro delle imprese delle Camere di Commercio, diffusi dall’ufficio stampa di Unioncamere Puglia. «Il settore commercio in questo momento, anche in Puglia, è in prima linea – dichiara Alfredo Prete, presidente di Unioncamere Puglia – con rischi enormi per la salute dei lavoratori, che devono essere messi in condizione di operare nella massima sicurezza. È un’ emergenza sanitaria ma anche economica e sociale. Solo il 38% degli esercizi commerciali sul totale regionale è aperto. Non è difficile immaginare cosa stia accadendo a tutte le altre attività che invece sono rimaste chiuse e che chissà quando e come riapriranno, attività che danno lavoro a tantissime persone e alle loro famiglie. Il sostegno alla liquidità di queste imprese e a chi vi lavora è improcrastinabile. La filiera del turismo, che in questi anni aveva risollevato l’economia regionale, è in ginocchio, ma noi non dobbiamo mollare la guardia e continuare a combattere». «Verranno tempi migliori conclude – dobbiamo augurarci la ripresa, che altri difficili momenti storici hanno conosciuto, sperando di poter contare sul sostegno delle politiche economiche che verranno. Preparare insomma le condizioni per ripartire potendo contare su investimenti pubblici». In Italia sono mezzo milione gli esercizi commerciali e dei servizi alla persona, al cui interno lavorano 800mila dipendenti, che restano aperti in base al decreto del Governo anti-coronavirus. Fra questi, più di 230mila riguardano il settore alimentare.