I giovani medici pugliesi sono sul piede di guerra, criticano e attaccano il governo nazionale dopo il via libera al decreto Cura Italia: a loro dire, il provvedimento, autorizzando l’inserimento negli ospedali di giovani medici senza specializzazione ucciderà la professione medica e metterà a repentaglio vite.
E’ la tesi dei rappresentanti del Sigm, il Sindacato Giovani Medici Puglia. “Con il provvedimento assunto nella giornata del 16 marzo 2020, denominato “Cura Italia”, il Governo – scrivono – ha decretato di fatto l’abolizione del percorso di formazione specialistica per i giovani medici, destinando un numero enorme di professionisti al precariato e a un percorso lavorativo ignoto, tenuto conto che sino a oggi si è più volte rimarcato il ruolo centrale della formazione specialistica per i medici del presente e del futuro. Fa rabbia che tutto ciò accada proprio nelle settimane in cui la professione medica torna, finalmente, a essere considerata fondamentale per la società civile, ruolo che, almeno da un paio di decenni, è stato progressivamente abbandonato per svariate ragioni che non è nostro interesse commentare”. I giovani medici avrebbero voluto, invece, un incremento delle borse per i corsi di specializzazione. “Il provvedimento di incremento delle borse – dicono – è stato annunciato in pompa magna in quanto rappresentava un passo nella direzione giusta. Il provvedimento, da circa 150 milioni di euro (che rispetto ai 25 miliardi stanziati, rappresentano una cifra irrisoria) per coprire il quinquennio avrebbe dovuto essere inserito nel Decreto “Cura Italia” approvato ieri, 16 marzo 2020, eppure non c’era. Ma quel che c’era, invece, era lo slogan dei diecimila medici neoabilitati pronti a curare l’Italia, la più grande bugia sulla sanità del nuovo decennio, e ci abbiamo messo poco a inventarla, visto che è cominciato da soli tre mesi e mezzo. Perchè il nostro sistema sanitario, che si basa sulla formazione specialistica e talvolta ultra-specialistica, adesso vedrà, con il prossimo SSM alle porte e se nulla cambiasse, circa 12mila medici a spasso, privi della formazione di cui sopra e abbandonati al giro delle guardie mediche, delle sostituzioni o delle soluzioni creative nel mondo della partite Iva. Al ministro Speranza, chiediamo: come potete credere che dei medici senza alcuna formazione possano curare le più disparate patologie, dalle più lievi alle più gravi, e consentire che il nostro venga ancora chiamato un Sistema Sanitario di qualità?”.
Quindi, ecco la proposta: “Si provveda subito a fornire l’inderogabile diritto alla formazione, con l’incremento delle borse di Scuola di Specializzazion, sino all’equiparazione del nuemero di borse rispetto alla capienza formativa massima per ciascuna scuola e sede. Lo facciamo per tutti, per i nostri concittadini che meritano Medici competenti e non allo sbaraglio, lo facciamo per tutti i professionisti che si affacciano al mondo del lavoro e per gli studenti che a breve ci raggiungeranno”.