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Coronavirus, altre 2 denunce contro la partoriente della Mater Dei. La difesa: “Avevo avvisato di rientrare da Parma”

Pubblicato da: redazione | Sab, 14 Marzo 2020 - 14:00
Mater Dei

Salgono da una a tre le denunce presentate alla Procura di Bari dopo che una partoriente, poi risultata positiva al coronavirus, ricoverata nella clinica Mater Dei di Bari non avrebbe comunicato ai sanitari di essere arrivata da Parma. Le due nuove denunce sono di un operatore socio sanitario del reparto di ginecologia della clinica, positivo al coronavirus, e della partoriente che era ricoverata nella stessa stanza di quella paziente. Ma la giovane mamma, tramite il suo avvocato, si difende: “Avevo avvertito di arrivare da Parma”.

Le due denunce si aggiungono a quella dell’infermiera che già nei giorni scorsi aveva dato mandato ad un legale di presentare un esposto in Procura. I tre, tutti rappresentati dall’avvocato Fabio Campese, denunciano di non essere stati informati del rischio, chiamando in causa la paziente e anche la struttura ospedaliera. L’esposto è stato depositato formalmente stamattina. La paziente era ricoverata dal 7 marzo perché in travaglio. Stando all’esposto, avrebbe omesso di segnalare che proveniva dall’Emilia Romagna. Il giorno dopo, per l’insorgenza di febbre e resa ormai nota la recente permanenza a Parma, è stata sottoposta a tampone ed è risultata positiva. L’infermiera denunciante lo ha appreso il 9 marzo e si è messa in autoquarantena con tutta la famiglia. Stessa cosa ha fatto l’altra partoriente. L’operatore ausiliario, invece, lo avrebbe appreso solo l’11 marzo, lamentando che la struttura sanitaria «non forniva alcuna indicazione». A quel punto, su sua iniziativa, avrebbe chiesto di sottoporsi al tampone risultando anche lui positivo. «L’informazione sulla positività al coronavirus della partoriente – si legge nell’esposto – è stata comunicata informalmente sono a qualcuno tra il personale del reparto ma non ufficializzata e divulgata a tutto il personale». L’ospedale avrebbe disposto la quarantena per coloro che erano entrati in contatto con la paziente, ausiliari e infermieri, solo due giorni dopo. «È evidente – denunciano – il grave ritardo con cui la struttura ha iniziato a prendere provvedimenti».

La partoriente ricoverata nella clinica Mater Dei di Bari e poi risultata positiva al coronavirus, e sua madre, dipendente della struttura ospedaliera, entrambe denunciate, «sinceramente mortificate per quanto accaduto, si vedono costrette a precisare che non corrisponde al vero di aver taciuto di provenire da Parma e di aver provveduto a prendere tutte le accortezze necessarie». Lo precisa in una nota l’avvocato Daniela Castelluzzo, incaricata di assistere le due donne. La figlia, tramite la legale, spiega di essere partita da Parma il 6 marzo e di essersi ricoverata per partorire la mattina del 7. «Le mie assistite – dichiara l’avvocato Castelluzzo – si difenderanno nelle opportune sedi e, sin da ora, dichiarano che l’attribuzione ad esse di responsabilità per il gravissimo evento si fonda su affermazioni false. Pare assurdo ritenere che una madre possa aver assunto comportamenti tali da mettere a rischio la vita di tante persone, della sua famiglia e della propria figlia». «Ci si rende conto dello sconcerto creatosi, con conseguenze impreviste, – aggiunge – ma nessuna responsabilità può essere a lei singolarmente attribuita, tenendo conto dell’emergenza epidemiologica, che sta coinvolgendo tutta la comunità nazionale e, anzi, quella mondiale».

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