San Marco in Lamis rischia di diventare la Codogno pugliese. Tutto per “un errore catastrofico” di un medico legale, come ha evidenziato il governatore Michele Emiliano in conferenza stampa. Cosa è accaduto? Proviamo a ricostruire la vicenda che rischia di accendere focolai di coronavirus in Puglia.
Un 75enne di San Marco in Lamis, ex dipendente pubblico, tra fine gennaio e gli inizi di febbraio si rece a Cremona, in Lombardia. L’uomo torna in Puglia il 16 febbraio e comunica al suo medico curante di essere stato nelle zona a rischio contagio. Qualche giorno dopo il suo rientro avverte i primi malori: senso di spossatezza e inappetenza e qualche linea di febbre. Le condizioni peggiorano e la sera del 27 febbraio muore in casa. L’indomani il corpo viene portato all’ospedale di San Severo (Foggia) e successivamente nella sala mortuaria a San Marco in Lamis. Il 3 marzo, poche ore prima che si conoscesse l’esito del tampone, vengono celebrati i funerali nella chiesa “La Collegiata” di San Marco in Lamis.
A rito funebre concluso, il Policlinico di Bari comunica la positività al coronavirus, ma è troppo tardi. L’uomo era molto conosciuto, al funerale hanno partecipato centinaia di persone, abbracci, strette di mano. I suoi parenti più stretti, che sono stati a contatto con lui per diversi giorni, potrebbero aver contratto il virus e, ora, averlo trasmesso ad altri. Per tutti, almeno per quelli che è stato possibile raggiungere, è scattata la quarantena, le scuole sono state chiuse e il mercato rinviato. Si teme che il virus possa diffondersi rapidamente, per questo la Regione ha chiesto al governo di far scattare la zona rossa. “Nel nord della Puglia – ha ammesso questa mattina Michele Emiliano – ci sono situazioni che abbiamo difficoltà a controllare” a causa di “un errore catastrofico del medico legale commesso nel rilasciare l’autorizzazione ai funerali di un 75enne prima che fosse noto l’esito del tampone svolto sull’uomo per verificare la presenza del virus. Ho chiesto al presidente del consiglio interventi intensivi nel Foggiano – ha proseguito – bisogna agire in fretta”.