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Bari, aprono due sportelli antiviolenza in Ateneo e al Politecnico

Pubblicato da: redazione | Mar, 18 Febbraio 2020 - 19:30

Sono stati presentati questa mattina, nell’Ateneo barese, i primi due sportelli antiviolenza dell’Università degli studi Aldo Moro e del Politecnico di Bari finanziati dall’assessorato comunale al Welfare e dalla Regione Puglia nell’ambito del programma “Rafforzare la non violenza”.

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Con questa iniziativa, seconda in Italia dopo quella avviata a Torino, si consolida l’impegno nel contrasto alla violenza di genere attraverso programmi rivolti, in modo specifico, alle nuove generazioni e mirati a diffondere una cultura che promuova l’autodeterminazione e la libertà delle donne.

Gli sportelli saranno attivi una volta al mese, a partire dal primo venerdì, dalle ore 9 alle 11, al primo piano del plesso Servizi e Placement del Politecnico di Bari (ingresso da via Orabona 4), e dal prossimo mese di marzo, a partire dal secondo venerdì, dalle ore 9 alle 11, in un’aula da individuare nell’Ateneo barese.

“Il contrasto alla violenza di genere è un impegno che tutte le istituzioni devono perseguire unite per invertire una tendenza drammatica, che solo nel 2019 ha fatto registrare 103 vittime di femminicidio nel nostro Paese – ha esordito il sindaco Antonio Decaro -. Senza contare un altro dato sconcertante, secondo il quale, nel mese di marzo dello scorso anno, ogni 15 minuti una donna è stata oggetto di violenza. Numeri impressionanti, che ci interrogano su quanto è stato fatto e, soprattutto, su quanto ancora ci resta da fare per bloccare questa spirale impressionante e promuovere un deciso cambio di passo culturale. Nella nostra città in questi anni abbiamo lavorato intensamente da un lato per supportare le vittime che scelgono di denunciare, dall’altro per intercettare anche i casi in cui le vittime non hanno la forza o il coraggio per farlo. Questa collaborazione con le due università cittadine rappresenta un nuovo, importante passaggio del nostro impegno comune, che ci vede ancora una volta andare nei luoghi più rappresentativi della città per cogliere bisogni ed esigenze dei cittadini, e che nei prossimi anni ci vedrà lavorare fianco a fianco per promuovere una nuova cultura del rispetto degli altri, a partire dalle generazioni più giovani”.

“Il benessere dei nostri studenti e dipendenti, nei luoghi di studio e di lavoro – ha dichiarato il rettore del Poliba, Francesco Cupertino – è per noi un elemento fondamentale per la qualità della formazione, dell’attività amministrativa e della ricerca scientifica”.

“La lotta alla violenza di genere è una emergenza che ha bisogno di impegni concreti per contrastare un fenomeno i cui i numeri continuano ad essere allarmanti – ha aggiunto il rettore dell’Uniba Stefano Bronzini -. L’Università di Bari partecipa al processo di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e, grazie alla collaborazione con il Comune e la Regione, offrirà uno spazio informativo che, oltre a garantire supporto e assistenza alle donne in difficoltà, servirà a informare ed educare le nuove generazioni sull’importanza e la delicatezza di un argomento troppe volte sottovalutato”.

È possibile contattare il Centro antiviolenza comunale attraverso il numero verde 800 202330 e il numero attivo h24 328 8212906.

I DATI DEL CENTRO ANTIVIOLENZA COMUNALE

Da maggio del 2018 sono stati registrati 408 accessi, 200 dei quali negli ultimi sei mesi. Oltre 35 donne hanno avuto contatti con il Centro Antiviolenza comunale attraverso il servizio di pronto intervento. Circa la metà delle utenti hanno figli minori. Di seguito alcuni dati sul profilo delle vittime che si sono rivolte alla struttura comunale:

ETÀ

  • il 20,6% è composto da donne di età compresa tra i 19 e i 29 anni
  • il 15,9% è composto da donne di età compresa tra i 30 e i 39 anni
  • il 31,7% è composto da donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni
  • il 27% è composto da donne di età compresa tra i 50 e i 59 anni

TITOLO DI STUDIO

  • il 47,6% delle vittime ha un diploma di scuola media inferiore
  • il 20,6% delle vittime ha un diploma di scuola media superiore
  • il 14,3% delle vittime ha un diploma di laurea

STATO CIVILE

19% nubili

49,2% coniugate

7,9% separate

4,8% divorziate

19% conviventi.

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