Il governatore pugliese Michele Emiliano prende le distanze dalle parole del sindaco di Nardò, Pippi Mellone, che su facebook, nel giorno del ricordo delle vittime delle Foibe, ha sostenuto che “l’Anpi Lecce deve essere chiusa”. Mellone è molto vicino a Emiliano, ma l’uscita su Anpi non è piaciuta al presidente della Regione Puglia.
“L’Anpi – replica Emiliano – si è guadagnata il diritto all’esistenza perenne col sangue dei partigiani di tutti gli orientamenti politici che lottarono e vinsero la guerra di Resistenza, una guerra civile contro chi aveva per vent’anni tolto la democrazia agli italiani e precipitato il nostro Paese nella vergogna delle leggi razziali e nell’orrore della alleanza con il Nazismo, e della guerra. Una guerra ingiustamente scatenata contro gli alleati che ci avevano sostenuto nel corso della Prima Guerra mondiale. L’espressione da parte di chiunque e quindi anche di Anpi Lecce di una opinione libera (e quindi come tale anche opinabile), non può avere mai come conseguenza la negazione della libertà di opinione. Non si chiude la sede e non si spegne la voce di chi non si condivide, ma solo di coloro che ricostituiscono il partito fascista e usano la violenza come metodo di lotta politica. La guerra civile è finita da 75 anni ed ha vinto la democrazia contro la dittatura”.
“La democrazia – prosegue – ha la forza di riconoscere il martirio anche degli italiani che furono massacrati dai comunisti titini senza alcuna ragione legittima. La giornata della memoria per il presidente Mattarella è giornata di riconciliazione e di pace, non adatta a riattizzare controversie nelle quali ribaltare il giudizio storico sul fascismo o scusare le nefandezze di chi precipitó innocenti nelle foibe. L’intitolazione di una strada di Lecce a Norma Cossetto – insignita della medaglia d’oro al valor civile da parte del Presidente Carlo Azeglio Ciampi- decisa dalla giunta del sindaco Salvemini si inserisce nel solco delle ragioni che ci hanno fatto ricordare come Regione Puglia il martirio del foibe. Liberissimi di non essere d’accordo con questa intitolazione, liberissimi di essere a favore. Questo il debito di gratitudine verso i partigiani che morirono per consentirci la libertà di opinione e che non avrebbero certo immaginato polemiche come quelle che hanno determinato questa vicenda. Chi ha giurato di osservare lealmente la Costituzione deve conoscere l’art. 21 della Costituzione. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione“: si può polemizzare con Anpi quanto si vuole ma non se ne puó chiedere la chiusura”.