Sono trascorsi 17 mesi dall’annuncio del Comune di Bari per riportare tra le strade il progetto del “bike sharing”, un parco di biciclette che consente di muoversi nelle aree urbane attraverso il pagamento di una tariffa oraria e l’obbligo di riconsegnarle nei punti prestabiliti.
Dopo il naufragio del vecchio progetto risalente alla Giunta Emiliano – a causa di furti, atti di vandalismo e cattiva manutenzione – l’attuale sindaco Antonio Decaro ha lanciato il nuovo servizio di “bici muscolari ed elettriche che verranno collocate nei punti nevralgici della città al fine di garantire ai cittadini ed ai turisti che gravitano nell’area urbana una nuova e del tutto innovativa forma di mobilità”.
Dal 2016 dopo gli annunci di una fornitura iniziale di 200 bici posizionate in 34 stazioni, i 30 mesi preventivati non hanno portato ancora alcun risultato. Mentre decine di vecchie postazioni restano logore e inutilizzate.
Il Comune aveva deciso di riprovarci: alla gara aveva partecipato una sola ditta la Sitael che, in seguito all’aggiudicazione, aveva predisposto un progetto definitivo per la sistemazione delle nuove stazioni. Progetto che ha avuto uno stop da parte della Sovrintendenza. Da allora l’amministrazione comunale è alla ricerca di una soluzione definitiva, in caso contrario sarà necessario attuare un piano B per finanziare il bike sharing targato Decaro.
I veicoli previsti saranno dotati dell’innovativo sistema di connettività di Sitael, vedranno la presenza del Mat (Magnetic Assisted Tap), la smart docking station per e-bike che consentirà di offrire un servizio di bike-sharing con protezione antifurto e anti-vandalismo unitamente ad una facilità d’uso unica. Al fine di prelevare la propria bici, infatti, l’utente potrà registrarsi tramite app e stabilire la connessione al veicolo semplicemente appoggiando il proprio smartphone sul Mat.
L’investimento complessivo, a carico del concessionario privato, per l’intero periodo sarà di oltre 2.300.000 euro a cui si aggiungeranno quattro milioni di euro per la manutenzione del servizio. Soldi che si potranno recuperare con la pubblicità e il canone corrisposto dal Comune di 60mila euro l’anno, al quale si aggiungeranno altri 700mila euro una tantum. Secondo i calcoli dell’amministrazione, il valore della concessione per tutti i 20 anni sarà di 30 milioni di euro.