«Nuova tranche di risorse per la Puglia per il piano piccoli cantieri dei Comuni; quest’anno le sei province pugliesi avranno a disposizione un contributo statale pari a 21,13 milioni di euro, da ripartire tra tutti i 257 Comuni, per interventi non già integralmente finanziati e aggiuntivi rispetto alla programmazione triennale. Termine ultimo fissato per avviare i cantieri, pena la revoca delle risorse, il prossimo 15 settembre».
È la «buona notizia» dall’Ance Puglia sulle «risorse disponibili per l’ammodernamento, anche in chiave sostenibile, dei Comuni pugliesi», ma è «anche l’invito a far partire al più presto i cantieri, pena la revoca delle risorse». Il Piano, avviato lo scorso anno e rifinanziato con la Legge di bilancio per il 2020 – riferisce una nota – prevede l’assegnazione a favore dei Comuni italiani di 500 milioni di euro all’anno fino al 2024 per realizzare opere pubbliche, appaltabili con procedure veloci; in particolare, potranno essere finanziati interventi volti all’efficientamento energetico degli edifici pubblici o di edilizia residenziale pubblica, allo sviluppo sostenibile dei territori (mobilità inclusa), alla messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale, oltre che all’abbattimento delle barriere architettoniche. La misura, fortemente voluta dall’Ance, si è rivelata un valido strumento per accelerare gli investimenti: nel corso dello scorso anno, la spesa dei Comuni per interventi utili ai cittadini è aumentata del 16%. «Il piano piccoli cantieri – dichiara il presidente di Ance Puglia Nicola Bonerba – è una misura che ha ottenuto risultati positivi e su cui il Governo ha deciso di scommettere. Per questo auspichiamo che il meccanismo in futuro venga ulteriormente incrementato e potenziato così da poter intervenire in maniera più incisiva nella messa in sicurezza dei nostri territori e favorire la ripresa del comparto delle costruzioni. I Comuni pugliesi siano rapidi ed efficaci affinché i cantieri partano al più presto per non perdere preziose risorse per ammodernare i territori. Peraltro, i Comuni potrebbero prendere in considerazione lo strumento del Partenariato Pubblico Privato per ottenere un effetto leva e incidere maggiormente sul patrimonio edilizio.