Un nuovo Redentore nascerà dalle idee dei cittadini. Si è tenuto nell’auditorium del Redentore, a conclusione dei festeggiamenti per San Giovanni Bosco, “ri-RED fa festa”, l’incontro promosso dall’stituto Salesiano Redentore, Politecnico di Bari e ANCE Bari e BAT, durante il quale i cittadini del quartiere Libertà sono stati coinvolti in un processo partecipato di ascolto su loro desideri e istanze riguardanti gli spazi dell’Istituto Salesiano. Durante il confronto sono stati presentati ‘ri-RED | Ripensare il Redentore’, lo studio realizzato a valle di una serie di incontri conoscitivi, interviste e sopralluoghi, oltre che alcune prime vision sulla possibile riorganizzazione degli spazi.
«Con grande entusiasmo – ha ricordato il presidente di Ance Bari e BAT Beppe Fragasso – abbiamo colto l’occasione di collaborare con i partner di questa iniziativa per individuare soluzioni finalizzate a riqualificare l’istituto salesiano, simbolo della legalità nel cuore del Libertà, quartiere di Bari su cui c’è massima attenzione per un suo recupero sociale e urbanistico. Da sempre la nostra associazione è presente sul territorio, sia contrastando la criminalità organizzata che offrendo un contributo nei progetti finalizzati a riqualificare, rigenerare e valorizzare coste, periferie e centri cittadini. L’auspicio è che, grazie anche al prezioso contributo dei cittadini si sviluppi un progetto per il Redentore in grado di fare rete con gli altri interventi concepiti per il rilancio del Libertà».
«L’iniziativa di Ance per il Redentore, alla quale il Politecnico di Bari aderisce con grande piacere e condivisione – ha commentato il rettore Francesco Cupertino – è un ottimo esempio di collaborazione virtuosa e a tutto campo tra istituzioni». «Come Politecnico del Sud Italia – ha aggiunto – siamo particolarmente impegnati a fare il massimo per aiutare le imprese, attraverso la nostra ricerca scientifica, a sviluppare quell’innovazione tecnologica di cui hanno bisogno per essere competitive». «Questo non ci impedisce – ha concluso Cupertino – di prendere a cuore anche progetti dal valore più propriamente sociale come questo e, anzi, contiamo di poter incrementare quanto più possibile anche questo modello di sostegno allo sviluppo del territorio».
«Coinvolgere i residenti, chiamandoli ad esprimere il loro punto di vista e a suggerire idee, ci è sembrato il modo migliore di avviare un percorso di riqualificazione del Redentore che risponda pienamente alle aspettative del quartiere» ha commentato il vicesindaco Eugenio Di Sciascio, rettore del Politecnico fino ad agosto scorso e firmatario dell’accordo con Ance e Istituto Salesiano. «Iniziative come questa – ha aggiunto Di Sciascio – dimostrano quanto sia importante la collaborazione tra le istituzioni, il mondo accademico e quello dell’associazionismo, dell’arte e della cultura, per dare un contributo autentico allo sviluppo di una città che ha tantissimo da esprimere, se si lavora in un’ottica di sistema».
«È in atto – ha spiegato il direttore dell’Istituto Salesiano Redentore Don Francesco Preite – un processo che riguarda tutte le case salesiane del mondo, quello di ridisegnare la nostra missione educativa nel mondo di oggi. Le case di Molfetta e Portici hanno chiuso, altre invece si sono potenziate. Dobbiamo educare le giovani generazioni e fare riflessioni sulle urgenze della società attuale. Se pensiamo al fenomeno delle baby gang, la repressione è fine a sé stessa, anche se va dato un grande merito alle forze dell’ordine per il lavoro svolto; tuttavia, quali spazi e possibilità forniamo per un futuro possibile ai ragazzi dei quartieri disagiati? In un contesto di precariato assoluto, di crisi, serve un’alleanza delle forze positive, così da potenziare la matrice educativa».