“I settori del trasporto ferroviario e del trasporto pubblico locale presentano criticità irrisolte che si stanno aggravando. Se le aziende non si assumono la responsabilità di intervenire, sarà inevitabile ricorrere allo strumento dello sciopero”, dichiara la Fit-Cisl Puglia, a valle della riunione, svoltasi a Roma, dei responsabili delle aree contrattuali della Mobilità/Attività ferroviarie e della Mobilità/Trasporto pubblico locale.
“I dirigenti e gli attivisti della Fit-Cisl – prosegue la Federazione dei trasporti – tornano a evidenziare l’insufficienza del sistema infrastrutturale italiano dei trasporti sia rispetto alla manutenzione sia rispetto allo sblocco dei cantieri delle opere già programmate e finanziate. Un altro tema centrale per i lavoratori è quello della sicurezza, minata soprattutto dal fenomeno delle aggressioni al personale operativo di front line. Non è possibile che ogni giorno il sindacato debba contare i feriti o peggio. Non è possibile che una persona si senta insicura nello svolgere il proprio lavoro a contatto con il pubblico”.
“Le aziende – continua la nota – affrontano in modo insufficiente il tema del turnover: cresce la domanda di mobilità verde, che il trasporto ferroviario e il tpl più di ogni altro settore possono offrire, ma non cresce in maniera parallela il personale relativo e, ciò che è peggio ancora, il personale che va in pensione non viene sostituito. La carenza di personale impatta ovviamente anche sulla conciliazione vita-lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori, con conseguenze anche psicofisiche su di loro, visto che si tratta di lavori definiti usuranti dalla legge 232/2016. Non è facendo le nozze con i fichi secchi che si possono raggiungere gli obiettivi dei trasporti sostenibili fissati dall’Agenda Onu 2030”.
Conclude la Fit-Cisl: “Da ultimo, ma non certo per importanza, i responsabili delle aree contrattuali di questi due settori stigmatizzano la lentezza con cui stanno procedendo i rinnovi dei due contratti collettivi nazionali. Questa lentezza è intollerabile anche perché ritarda l’adeguamento dei salari dei lavoratori, non più adeguati al lavoro svolto e al costo della vita. Questo tema è quindi un’ulteriore ferita alle lavoratrici e ai lavoratori dei due settori già così bistrattati dalle criticità sopra elencate. Ricordiamo – conclude – che è tuttora aperta la vertenza nazionale dei trasporti “Rimettiamo in movimento il Paese”, che evidenzia i problemi di questi due comparti così come di tutti i settori dei trasporti italiani. Questo vuol dire che se istituzioni competenti e imprese non si siederanno al tavolo con noi, sarà inevitabile che il malcontento dei lavoratori sfoci in azioni di protesta”.