A tradirlo è stata una foto pubblicata su Facebook, sul proprio profilo, in cui imbraccia una carabina accanto ad un cinghiale abbattuto ed ancora sanguinante. Così un bracconiere di Corato, in provincia di Bari, è stato scoperto e denunciato dai carabinieri del Reparto Parco nazionale dell’Alta Murgia che hanno scovato il cacciatore di frodo scoprendo una serie di violazioni da lui commesse.
I militari della stazione forestale di Ruvo di Puglia hanno accertato che l’uomo detiene solo la licenza per uso sportivo e non per fini venatori. Inoltre l’abbattimento del cinghiale è avvenuto sul territorio murgiano, in territorio di Minervino Murge nella provincia di Barletta-Andria-Trani, e nel periodo primaverile quando la caccia è chiusa. Ora l’uomo deve rispondere di porto d’armi illegale in luogo pubblico e di furto aggravato venatorio. Infatti il porto d’armi ad uso sportivo non consente il trasporto delle stesse armi verso luoghi diversi dai poligoni di tiro né l’esercizio dell’attività venatoria. Il furto venatorio invece trova principio nel fondamento che, ai sensi di legge, la fauna costituisce patrimonio indisponibile dello Stato e non può essere detenuta e prelevata in assenza di specifica licenza ad uso caccia.