Bari è una delle quattro città del Sud Italia (oltre a Palermo, Milazzo, Alcamo) in cui si sperimenta il progetto del Ministero dei Trasporti sulla circolazione dei dispositivi di micromobilità: segway, monopattini e bici elettriche.
Una sperimentazione che è al centro del caos normativo. Infatti l’emendamento della legge finanziaria ha introdotto una sorta di “liberalizzazione” che equipara i monopattini elettrici alle biciclette. Ma il governo sarebbe pronto a fare un passo indietro con misure più stringerti e l’attivazione delle zone 30 e zone 20 km/h. Quindi, ad oggi, questi mezzi elettrici possono circolare su tutte le piste ciclabili e lungo le strade urbane, senza neppure l’obbligo di indossare un casco.
Il cartello allestito in via Bruno Buozzi, a poca distanza dal Villaggio del lavoratore, è solo l’ennesimo preavviso che il Comune di Bari sottopone all’attenzione dei cittadini, automobilisti o pedoni. Gli stessi che quotidianamente attraversano una strada disseminata di pericoli, restringimenti della carreggiata, in assenza per lunghi tratti perfino dei marciapiedi. Con erbacce incolte e tombini rotti in attesa del restyling annunciato l’11 giugno 2019. La segnaletica sperimentale appare come una discrasia tra l’intenzione di attivare un progetto “green” e la dura realtà del degrado urbano.